La parola Nostalgia viene dall’unione di due parole di origine greca: Nostos che vuole dire ritorno a casa e Algos che significa dolore. Il dolore del ritorno. È una frase che si intona alla perfezione con l’ opera di ci parliamo oggi. Fu il primo romanzo di Charles Frazier, scritto nel 1997 con il titolo Cold Mountain, subito vincitore del premio National Book Award e da cui è stato tratto un film candidato a sette premi oscar. In italiano lo troviamo con il titolo Ritorno a Cold Mountain ed è arrivato da noi nel 1998.
Inman, il protagonista di questa delicata storia, dovrà affrontare un lungo e periglioso viaggio, che per certi versi può ricordarci quello dell’ eroe greco Ulisse, che per poter tornare a casa deve sopportare un dolore profondo e intenso.
Il libro si apre con Inman, un soldato confederato recentemente ferito in battaglia che stanco di una guerra che non gli appartiene esce dalla finestra della sua stanza di ospedale per muovere i primi passi del suo lungo e illegittimo viaggio a casa. Casa si trova a Cold Mountain, nel paese di Black Cove nell’ ovest del North Carolina. Come Ulisse Inman affronterà molte avventure durante il suo difficile viaggio. Ma diversamente da Ulisse Inman ha alle calcagna la Guardia Nazionale Confederata, una organizzazione che dava la caccia ai soldati confederati che disertavano.
Casa per Inman è anche Ada, la sua Penelope, una giovane ragazza che arriva da Charleston, South Carolina e che ora cerca di gestire al meglio che può la fattoria che ha ereditato. Inizialmente arriva per accudire l’amato padre ammalato, ma man mano che la storia prosegue dovrà imparare a sopravvivere in un ambiente ostile. Diversamente dalla regina di Itaca che ha un ruolo minore nella storia e compare solo alla fine, Ada si inserisce nella storia a capitoli alterni, tentando di mantenere la proprietà della casa.
Dal nulla compare Ruby, una donna piena di risorse ma povera che si trasferisce alla fattoria. Insegna ad Ada la sopravvivenza, ripulisce la fattoria e la riporta alla produttività. La saggezza pratica di Ruby verrà ricambiata dall’educazione letteraria che Ada può impartirle e questo consentirà alle due donne di sopravvivere e di stringere un legame indissolubile.
Nonostante sia ambientato nel 1864 questo libro non riguarda solo la storia della guerra civile. È un tributo letterario ad una regione degli Stati Uniti che fu profondamente divisa tra il nord dove si celebrava l’industria e il capitalismo, e il sud dipendente dagli schiavi per la sua esistenza agricola. Più tardi fu il Tennessee a ereditare la posizione del North Carolina.
In una intervista Frazier chiama il suo libro “Elegia di quella vecchia America“; l’autore ci racconta di uno stile di vita oggi svanito, di esistenze rigorose ma indipendenti indissolubilmente legate ai cicli della natura, all’ uccisione degli animali selvatici per la carne e per la pelle, alla cucina fatta in casa, alla raccolta giornaliera delle uova, alla mungitura delle mucche e alla cura dei cavalli. Ricucire i vestiti usurati, lavare le camicie su lavabi in metallo, fare musica con i vicini di casa, raccogliere l’acqua piovana in un barile per lavare i capelli, la frescura della ghiacciaia nei caldi giorni estivi, tutte queste sono immagini evocative e appartenenti ad un altra epoca che l’ autore ci mostra in modo abile e diretto.
Il racconto è una testimonianza della bellezza che possiamo trovare nei gesti quotidiani appartenenti ad altri tempi e delle grandi capacità di Frazier come scrittore. La tragicità del finale rappresenta appieno lo spirito del 1874. Nell’epilogo vediamo Ada che legge il racconto di Ovidio in cui Baucis e Filomene, una coppia di anziani, vengono trasformati in alberi dagli dei. Rimane comunque una gioia amara.
Dicono che la guerra sia una nube sulla terra, ma che tempo fa l’hanno deciso loro e ora se ne stanno sotto la pioggia a dire piove ancora.
Ruby, da Cold Mountain 1998
Se vi piacciono le opere dedicate a questo periodo storico la novella di Robert Morgan: Brave Enemies, del 2001, è ambientata nel conflitto Americano precedente, la rivoluzione americana, su quelle stesse montagne della Carolina. Per altre buone letture riguardo gli spostamenti storici nord/sud negli States leggete Arnow Harriette con la sua The Dollmaker del 1954, che ci racconta di una famiglia capitanata dalla matriarca Gertie Nevels che si trasferisce dal Kentucky rurale alla città di Detroit durante la seconda guerra mondiale.
E per oggi è tutto, arrivederci carissimi lettori dell’ ignoto a presto.
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2 risposte a “Cold Mountain: Storia di Guerra e Nostalgia 🐎”
[…] Mentre i gruppi si sciolgono, abbiamo individuato un’ultima, cruciale conversazione. Inman (Cold Mountain), il soldato disertore in cerca della strada per casa, ha trovato la saggezza non in Ulisse, il viaggiatore per antonomasia, ma in un uomo in attesa. Lo abbiamo messo a confronto con Robert MacIver (Regole per vecchi gentiluomini), l’unico uomo reale tra i presenti, un ottuagenario che ha vissuto e ora si confronta con le sue memorie di guerra. L’urgenza della fuga e del ritorno di Inman è stata messa a confronto con la saggezza della sosta e la contemplazione del tempo. Il vero viaggio, ha suggerito MacIver, non è quello verso casa, ma quello verso l’accettazione del passato. Per l’emozionante riepilogo sul tema del Nostos (il ritorno a casa), leggi qui: Cold Mountain: Storia di Guerra e Nostalgia 🐎 […]
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