Carpire i segreti del futuro: l'antica Mesopotamia e la divinazione.

 

Un’altra estate bollente, con
temperature da record. E cosa cosa c’è di meglio per rinfrescarsi un
po’ di una bella divinazione con il fegato fresco di una pecora? O
preferite forse interpretare i movimenti di un serpente?


Come
avete capito, oggi nella nostra rubrica horror parliamo della
divinazione per come la intendevano gli antichi abitanti della
mesopotamia, perchè sono i primi popoli di cui abbiamo testimonianze
dirette e perchè sappiamo che le loro pratiche magiche influenzarono
per secoli quelle di tutti gli altri popoli del mediterraneo.

A proposito, conoscete il significato
di Omen? Erano particolarmente cari agli antichi romani e agli egizi
ma il popolo che ne fece parte integrante nella propria cultura
furono proprio gli antichi abitanti della mesopotamia. Un Omen è una
specie di presagio, è un evento che viene interpretato come
conseguenza diretta dell’azione di entità soprannaturali buone o
cattive. Diciamo che è un evento fortuito a cui viene dato un significato
profetico di quanto può accadere in futuro a una persona. Possiamo
intenderlo quindi come presagio profetico.

Un astronomo al lavoro 

Come abbiamo già visto nell’antica
mesopotamia erano i maghi, o meglio gli esorcisti, che si occupavano
della relazione tra le persone vive e il mondo degli spiriti. Quello
che non vi ho detto ancora è che questi maghi avevano anche capacità
divinatorie. Potevano essere esperti in affari che riguardavano la
divinazione del cielo oppure potevano divinare cose più terrene, ma
entrambe le figure erano di eguale importanza in quanto si credeva
che la terra fosse lo specchio di quanto accadeva in cielo. Per
maggiore chiarezza specifichiamo che erano gli astronomi che
studiavano i moti celesti e li conoscevano come le proprie tasche, se
un esorcista sapeva divinare i moti celesti allora era un astrologo.
Erano due figure diverse…ma ci torniamo dopo.

Ma cosa accadeva quindi nella pratica
di tutti i giorni?

Quando un esorcista era chiamato a
intervenire la persona che aveva necessità veniva interrogata
riguardo ai possibili accadimenti di cui era stata testimone e che
potevano avere una spiegazione soprannaturale. Come è ovvio c’erano
eventi di facile interpretazione e altri che invece erano talmente
inusuali da richiedere l’intervento degli astrologi per uno studio
dei moti celesti e una interpretazione personalizzata. Il tipo di
presagio terreno da interpretare poteva dipendere da caso a caso; si poteva
leggere il fumo dell’incenso, il volo degli uccelli, la cenere del
fuoco, le possibilità erano tante.

Modello di un fegato per lo studio e la pratica.

Ma la tecnica di divinazione più
utilizzata e che per duemila anni ha servito non solo il popolo ma
anche i sovrani dell’antica mesopotamia era la divinazione del fegato
delle pecore. La pecora veniva considerato l’animale sacro del dio
del sole Shamash che utilizzava il fegato dell’animale per comunicare
con gli uomini. Ci sono pervenuti dei modelli in argilla che
riproducono il fegato della pecora con iscrizioni in cuneiforme che
danno direttive su come interpretare i segni che si possono
presentare alla vista: buchi, lesioni o colori alterati.
Ovviamente questi modelli erano utilizzati dai novizi per
impratichirsi con la tecnica e ovviamente gli insegnamenti erano
mantenuti segreti all’interno delle scuole. Si trattava di un lavoro
delicatissimo e molto rischioso, soprattutto per chi doveva
interpretare i segni. E più il cliente era ricco e altolocato e più
alto era il rischio. Come potete ben immaginare i sovrani erano
sempre pronti a tagliare la testa del divinatore se le cose andavano
per il verso sbagliato, per questo motivo i responsi dovevano essere
il più criptici possibile, dovevano poter essere interpretati in
modi diversi e dovevano riguardare gli argomenti più disparati.
Diciamo che gli esorcisti del tempo con le tavolette delle interpretazioni e i relativi commentari si sono creati una specie di
scappatoia nel caso gli eventi divinati prendessero una piega
sfavorevole. Provate ad immaginare il caso in cui un mago venga
chiamato a divinare se il principe primogenito che in quel momento è
gravemente malato sopravviverà oppure no. Si tratta di una risposta
“pericolosa” per la vita del mago che quindi si trova a dover
dare un responso il più intricato possibile. Ovviamente la pecora
che veniva selezionata dal gregge del re per il sacrificio doveva
essere di bell’aspetto, forte e in salute per non correre il rischio
di trovare gli organi danneggiati e magari portatori di risposte
infauste.

Un Baru al lavoro 

L’esorcista che divinava il fegato
delle pecore era chiamato Baru e come gli astrologi e i medici
era considerato alla stregua di un sacerdote (il significato esatto
di baru è più vicino a profeta, divinatore o “colui che conosce
il futuro”) e lavorava nel nome delle divinità.

Un mistero che al momento resta
insoluto riguarda la popolazione dei Sumeri. Fino ad oggi non è
stata trovata alcuna tavoletta inscritta in sumero (che poi non era
questo il nome della lingua ma è per capirci) che parla della
divinazione del fegato degli animali. Partendo dal presupposto che
anche il popolo dei sumeri aveva le stesse credenze e le stesse
pratiche degli altri popoli che abitavano la mesopotamia si suppone
che probabilmente fosse una pratica da mantenere talmente segreta o
talmente sacra da imporre il divieto di scrivere qualsiasi cosa a
riguardo.

Per quanto riguarda gli altri popoli
della zona ci sono centinaia di tavolette con migliaia di iscrizioni
che riguardano l’osservazione delle stelle e dei presagi terrestri
per trasmettere le conoscenze alle generazioni future, ma non solo.
Come già vi ho anticipato la tradizione della lettura del futuro con
il fegato delle pecore si è tramandata anche alle altre popolazioni
che vissero in tutta la zona del mediterraneo e se ne trova traccia
tra i resti degli etruschi e tra le pratiche diffuse nell’antica
grecia.

Ma torniamo ai nostri esorcisti. Non era solo il fegato ad essere utilizzato per profetizzare il futuro ma sono
state rinvenute a Summer Isbu migliaia di tavolette con le istruzioni
per interpretare le malformazioni dei feti abortiti o le anormalità
che i bambini o i cuccioli di animale presentavano al momento della
nascita. Queste duemila tavolette formavano una intera enciclopedia,
si era sviluppata una intera scienza che aveva come obiettivo leggere
e interpretare queste malformazioni per carpirne i significati nascosti. Ad
esempio nel caso fosse venuto al mondo un bambino con sei dita del
piede, viene spiegato per filo e per segno come interpretare questo
avvenimento, oppure se il bambino manca di un braccio o se somiglia a
un animale. Questo avvenimento così fuori dal comune doveva essere
un messaggio che gli dei stavano mandando agli uomini. e doveva
essere interpretato. Dovete considerare che in passato non c’era
nulla di più spaventoso di una creatura che veniva al mondo deforme,
le persone si sentivano in dovere di fare qualcosa per capire il
motivo e il significato.

La stessa cosa valeva per gli animali.
Ci sono tavolette che spiegano come interpretare il comportamento
anomalo di un serpente e altre ci parlano della forma che deve avere
un pesce e del significato di una eventuale deformità della
creatura. Venivano creati modelli in metallo accompagnati da dei
lunghi commentari che spiegavano il significato e l’interpretazione
delle parole che erano state incise sul modello.

Shamash il dio del sole.

Il ramo più documentato della
predizione del futuro riguarda l’astrologia e lo studio dei moti
celesti. Oggi non esiste modo di poter paragonare le conoscenze degli
astri che avevano gli antichi abitanti della mesopotamia con le
nostre. Allora il cielo era uno spettacolo unico e irripetibile ogni
notte, non esisteva inquinamento o aerei che passavano, la
televisione non era nemmeno concepibile e osservare il cielo notturno
doveva equivalere al nostro cinema. Ogni persona in Mesopotamia
conosceva le stelle e la loro posizione nel cielo. Persino i
contadini sapevano elencare e indicare nel cielo i pianeti e le
costellazioni. Gli astronomi di allora erano in grado di predire le
eclissi molto meglio di quanto facciamo noi oggi e senza alcun
calcolatore ma semplicemente osservando e studiando gli spostamenti
degli astri nel cielo. Una specifica solo, Astrologia e Astronomia
erano come oggi due discipline separate ma strettamente connesse tra
loro e ogni re aveva a disposizione il suo astrologo personale che
gli profetizzasse l’eventuale andamento di una guerra e il suo astronomo che studiava i moti celesti.

Prevedere il futuro è sempre stata una
delle aspirazioni dell’umanità, per tutta la storia conosciuta gli
uomini hanno cercato di conoscere il proprio futuro con ogni mezzo.
Lo facevano gli antichi abitanti della mesopotamia e lo facciamo noi
oggi tramite la scienza e la tecnologia. Persino durante
l’inquisizione cattolica nel medioevo si utilizzavano i versetti
della Bibbia per prevedere il futuro. Probabilmente è lo stato di
fragilità umana e di incertezza che ci spinge a cercare le risposte
alle nostre domande negli astri o nel caso.

Anche lui ama il fegato…

E per oggi è tutto, spero vi sia
piaciuto, iscrivetevi alla newsletter per tenervi sempre aggiornati sulle novità in arrivo e vi auguro come sempre una buona lettura!

Alla prossima.

Facciamo la conoscenza dei primi maghi della storia tra esorcismi, magie curative e stregoneria

Oggi ci addentriamo ancora una volta nelle nebbie della storia con un articolo che parla di formule magiche incise nell’argilla (la carta non esisteva), esoterismo e magia.

Abbiamo già trattato delle prime storie di fantasmiche sono giunte fino a noi e abbiamo visto che esistevano nell’antica terra di Mesopotamia delle figure professionali che si occupavano in prima persona di risolvere ogni problema che poteva sorgere con queste entità.

La magia faceva parte della vita quotidiana dell’antica società mesopotamica. Voglio ricordarvi che quando parlo della “società mesopotamica” intendo quelle zone che oggi corrispondono circa a Iran e Siria, dove era diffusa la scrittura cuneiforme sulle tavolette che ci fanno da testimoni silenziosi. La civiltà nelle terre tra il tigri e l’eufrate si è evoluta a partire dal IV millennio a.C., le ultime tracce risalgono al 500 a.C. I popoli di cui abbiamo più testimonianze sono gli assiri, i babilonesi e i sumeri.

L’angolo da cui vedevano la magia questi popoli era molto diverso da come possiamo intenderla oggi. Abbiamo già accennato alle credenze sui fantasmi e sui demoni; la magia non era qualcosa in cui potevano credere o meno ma era semplicemente parte del mondo, le cose stavano così non c’era un altro modo di intendere la realtà.

Ad oggi dagli archeologi sono state ritrovate circa dalle 150.000 alle 200.000 tavole risalenti alle civiltà babilonese e sumera, la maggioranza sono in pessime condizioni ma ancora riescono a raccontarci di usanze che a noi possono sembrare incredibili. 

Tavola esposta al British museum con i doveri di un mago 

Questa tavoletta ad esempio riporta iscritti quelli che erano i doveri di un mago professionista. Chiamati ashipu erano le persone qualificate e specializzate nel praticare la magia divina. Qualcuno decise di incidere su una tavoletta di argilla quelle che erano le loro responsabilità e i doveri professionali. Per darvi una idea di com’era la vita di un mago sappiate che il primo dei loro doveri era quello di consacrare i templi, dovevano assicurarsi che non ci fossero fantasmi o demoni a spasso che avrebbero potuto disturbare i fedeli. In secondo luogo praticavano incantesimi e toglievano le maledizioni e il malocchio. In terzo luogo avevano la funzione di dottori. 

Come abbiamo visto l’altra volta le malattie erano causate dai fantasmi e dai demoni quindi visitavano i pazienti a casa e diagnosticavano il tipo di disturbo di cui poteva soffrire. Dopo di ciò prescrivevano medicamenti a base di piante magiche o prescrivevano l’acquisto di statuette e amuleti rappresentanti un demone o un incantesimo inciso. i maghi potevano anche recitare degli incantamenti segreti, di cui solo loro erano custodi, per togliere la malattia ed esorcizzare gli ambienti e le persone che li occupavano.

Gli ashipu dovevano frequentare delle scuole per specializzarsi e ogni città aveva la propria. Dovete sapere che gli incantesimi di una scuola per ashipu erano diversi da quelli di un altra e tra le varie scuole c’era il massimo riserbo riguardo gli insegnamenti, c’era parecchia concorrenza. Gli archeologi hanno trovato di uno stesso incantesimo varie versioni scritte in modo diverso perché ogni mago utilizzava quanto gli era stato insegnato e lo poteva personalizzare a seconda delle necessità.

I maghi spesso collaboravano in team con altri maghi e il sapere del gruppo veniva scritto in una sorta di enciclopedia-manuale di istruzioni dove sul davanti e sul retro delle tavolette si possono trovare elenchi infiniti di nomi di demoni e di incantesimi per esorcizzarli. 

I demoni erano di origine divina o semi divina, non potevano essere eliminati o uccisi, non avevano un cuore e non soffrivano il dolore. Non avevano nulla a che vedere con l’esperienza umana al contrario dei fantasmi, delle streghe e degli stregoni. Le statuette che si utilizzavano per tenere lontane queste entità maligne venivano appese in casa o seppellite sotto al pavimento. Sappiamo che aspetto avevano i cani dell’epoca grazie a degli amuleti che sono stati ritrovati sotto al pavimento di alcune abitazioni. Questi amuleti rappresentanti dei terribili mastini con le fauci spalancate e avevano incisioni sul dorso dell’animale che avvertivano  il nemico del pericolo che queste creature rappresentavano.

Nessuna tavoletta sino ad ora ha mai riportato la testimonianza di qualcuno che vide un demone in prima persona, i disegni giunti fino a noi sono concettualizzazioni, visioni oniriche che avvenivano durante i rituali o gli incantesimi. Per esempio: abbiamo la terribile rappresentazione di un demone-capra, lontano dall’essere il demonio medievale, era accusato di essere la causa del mal di testa e questo si spiegava perché, secondo le credenze comuni, esso con le corna batteva contro la testa delle persone. 

Ogni demone è rappresentato con sembianze terribili: molteplici braccia e gambe deformi, la testa di animale e le unghie spropositate. 

Tavola del British museum che rappresenta Iamashita

Uno dei demoni più temuti e uno di quelli che i maghi dovevano affrontare più spesso era Iamashita che attaccava le donne incinte e i bambini appena nati. Con la testa di leone, gli artigli unghiuti e il corpo antropomorfo era davvero terribile. Cavalcava il dorso di un asino, teneva in mano serpenti e allattava un cane e un lupo. Della storia di questo demone sappiamo poco, ci è stato tramandato che nell’aldilà ha compiuto atti terribili (non si sa quali) e per questo venne mandata dal padre a vagare sulla terra alla ricerca dei neonati e delle madri per prendere le loro vite. Ai nostri occhi questa può essere è la rappresentazione iconica della mortalità infantile che all’epoca doveva essere altissima. Dobbiamo però considerare che per le genti di quell’epoca questa creatura, così come il demone-capra erano reali, semplicemente non li potevano vedere. E anche se oggi etichettiamo queste credenze come primitive queste persone si proteggevano dalla morte e dalle malattie portate da queste creature come potevano, e si rivolgevano ai maghi per farsi dare amuleti più o meno costosi e trovare un po’ di serenità.

I maghi durante le cerimonie rituali erano avvolti in un abito che si avvolgeva attorno al loro corpo conferendo la forma di un pesce, sulla testa portavano un cappello con la criniera di un leone e alcuni mettevano delle maschere. Mentre officiavano il paziente doveva restare sdraiato su di un letto mentre venivano recitate formule guaritrici e distribuite per casa tavolette per esorcizzare le presenze maligne. Bruciavano incenso per purificare l’ambiente e suonavano dei campanelli magici. Potevano anche usare dei bastoni o delle daghe sacre che si credeva avessero poteri terribili contro le creature dell’aldilà. 

La magia praticata dai maghi era attribuita alle divinità dei cieli mentre era diffusa anche la stregoneria il cui potere era attribuito alle sole mani dell’uomo ed era praticata da quelli che oggi potremmo chiamare stregoni e streghe. I loro incantamenti potevano essere causa di disgrazie e malattie. E’ stata rinvenuta e una intera raccolta di tavolette con le istruzioni dettagliate di come affrontare la stregoneria, quali rituali sono più efficaci per togliere l’effetto delle maledizioni lanciate dagli stregoni e dalle streghe. L’idea che ci fossero donne che potevano farti ammalare sussurrando parole di nascosto e puntandoti il dito contro o costruendo statuine di cera per gettarle nel fuoco e maledire qualcuno in passato era una credenza presa molto serio. Se c’erano malattie che si trasmettevano a tutti i membri di una famiglia, disturbi che non si riusciva a spiegare o fatti strani che non trovavano una soluzione era sicuramente stata fatta una stregoneria. 

Piccola tavoletta con incantesimo per la protezione personale. 

Nella legge di Hammurabi che sicuramente tutti conoscete per l’occhio per occhio e dente per dente, si può trovare anche un articolo che stabilisce la sentenza di morte per le streghe che erano scoperte a praticare. Queste credenze trovano un fine attorno al  900 a.C, nel periodo successivo la responsabilità delle malattie viene attribuita unicamente ai fantasmi e ai demoni in una evoluzione che ha puntato verso il mondo invisibile delle divinità.

Una menzione particolare l’hanno i necromanti, maghi specializzati che potevano parlare con i morti e che riuscivano a predire il futuro. Si trattava di pochi maghi altamente retribuiti che si potevano permettere solo le persone economicamente ricche. Spesso i re ne avevano a disposizione anche tre o quattro. Conoscevano formule magiche per risvegliare un defunto e riportarlo nel mondo dei vivi e durante il rituale utilizzavano una mistura di ingredienti che solo loro conoscevano. Il cliente doveva pagare ma anche procurare il teschio della persona che si intendeva risvegliare.

Spero che queste curiosità vi siano piaciute. Troppo spesso l’argomento “antica Mesopotamia” viene liquidato come materia da studiare per la scuola e poi presto dimenticato per fare posto all’argomento successivo. Per gli appassionati di esoterismo, di folklore e dell’horror in generale ci sono una infinità di curiosità che possono interessare.

Buona lettura a tutti e alla prossima.

Alice Tonini