Cari lettori del mistero siamo a Venerdì 13. Una data carica di leggende oscure e di avvertimenti. Ma per chi, come noi, cerca la magia nelle ombre, il 13 non è sfortuna: è il numero che precede l’ordine, il numero dell’ignoto che ci spinge a osare.
E quale momento migliore di questo, quando il buio regna sovrano e il mondo sembra rallentare, per affrontare il rito più intimo e personale: quello della scrittura.
Oggi voglio condividere una riflessione sul mio processo creativo e sul potere dell’isolamento invernale, specialmente per una mente che funziona… diversamente.
Come ho accennato in precedenza, la mia mente vive a un ritmo veloce. Convivo con l’ADHD, una condizione che spesso viene vista come un deficit di attenzione. Ma io l’ho imparata a vedere come un motore Ferrari di idee, che necessita solo dei freni giusti e della pista giusta per correre.
L’Inverno, con il suo silenzio ovattato e le sue giornate brevi, mi offre proprio la pista perfetta. Quando il mondo fuori è sigillato dal gelo, la necessità di uscire diminuisce, e l’energia dispersiva della distrazione si concentra in un punto: l’Iperfocalizzazione.

È un momento quasi magico: la capacità di immergermi in un interesse con un’intensità totale, che per una mente neurodivergente è un superpotere raro e prezioso. Invemia, l’iperfocalizzazione diventa una vera e propria trance rituale. È in questo stato che nascono i mondi più complessi, i misteri più intricati e le connessioni narrative che altrimenti resterebbero nascoste.
La scrittura personale, specie quella di romanzi e saggi, richiede una dedizione che può sembrare impossibile da mantenere. Ma l’inverno ci offre un’opportunità unica per praticare il ritiro. Il buio e il freddo esterno riducono le distrazioni sensoriali. La mia mente, non più bombardata da stimoli estivi, può concentrarsi sul “fuoco interiore” della storia. L’ADHD porta spesso al caos delle idee. Ma sedersi per scrivere in un periodo di pausa sociale è un atto di disciplina magica. Ogni parola sulla pagina non è solo inchiostro, ma un passo verso la pacificazione del rumore interiore. Scrivere è dare ordine al caos che la mia mente genera.
L’inverno è la stagione di Saturno, del tempo che rallenta e si fa riflessivo. Accetto che alcune giornate siano improduttive, ma quando l’ispirazione mi colpisce, so che il periodo di buio mi darà la resilienza per cavalcare l’onda dell’iperfocalizzazione fino all’alba. La scrittura, per una mente come la mia, non è un lavoro; è un atto necessario di auto-bilanciamento.
Per me, la lettura e la scrittura sono la prova vivente della resilienza. Nonostante le sfide e il rumore, non ho mai mollato le mie armi (la penna e l’inchiostro). E il mio orgoglio più grande è di aver imparato a incanalare l’energia “disordinata” in storie che, spero, risuonino con voi.
Se la vostra mente tende a correre, prendete l’inverno non come un ostacolo, ma come un invito al raccoglimento. Trovate la vostra candela, il vostro Ciceone (la bevanda rituale che vi calma), e lasciate che il fuoco della vostra passione vi porti in uno stato di trance creativa.
E voi, cari lettori, avete un rituale invernale o una tecnica speciale che vi aiuta a domare il caos interiore e a dedicare tempo alla vostra arte?
Alice Tonini




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