L'amore nelle metamorfosi di Ovidio

Eccomi con il tuo appuntamento con gli inviti alla lettura

Quando ti ho parlato dell’oscura metamorfosi di Kafka ti avevo anticipato che avremmo parlato anche della Metamorfosi di Ovidio e quindi eccomi con un altro classico della storia
della letteratura che deve essere conosciuto perché ispira gli
autori moderni che ne traggono opere meravigliose di poetica e narrativa.

Un primo esempio di opera ispirata è I
racconti di Ovidio,
una raccolta poetica scritta dall’inglese Ted
Hughes pubblicata nel 1998. E’ un passo lontano dalla traduzione
letterale delle
Metamorfosi di Ovidio, ma si tratta di un passo
brevissimo. Ted Hughes ha preso ventiquattro dei più di duecentocinquanta
miti greci e li ha trasformati in potenti versi liberi poetici. Alla
fine Hughes ha mantenuto il flusso transitorio da una metamorfosi
alla successiva ma per la maggior parte del poema gli accostamenti
sono liberi.

Ma torniamo
all’originale. La collezione dei miti di Ovidio fu ultimata prima
dell’esilio, nel periodo dal 2 all’8 d.C. durante il regno di
Augusto. Alcune voci sussurrano che l’ultima moglie di Ovidio, tale
Fabia, fosse una cugina, non è specificato dalle mie fonti di quale
grado, della moglie di Augusto. A quanto si dice, all’epoca sembra
che Ovidio mise il naso in tresche private e per questo motivo,
secondo le parole del traduttore David R. Slavitt, finì “sulla
lista B delle feste di palazzo”.

Ad ogni modo era abbastanza vicino all’imperatore da poterlo offendere (forse
attraverso la conoscenza delle discutibili abitudini promiscue della
nipote…?) e ha finito per farsi esiliare a Tomis (la Romania
moderna) dove è restato per nove anni, fino alla morte. Augusto ebbe
l’infelice idea di bandire da Roma tutte le opere di Ovidio rendendolo così
estremamente popolare. Si dice che le copie della
Metamorfosi fossero
vendute in tutte le province romane a prezzi esorbitanti.

Nel periodo
medievale invece l’opera di Ovidio fu pesantemente allegorizzata e
moralizzata. Anche se poteva comunque contare su una riproduzione
nutritissima di manoscritti. Boccaccio e Chaucer hanno tratto diversi racconti dalle
Metamorfosi.

Nel periodo
successivo fu Shakespeare ad ispirarsi alla storia di Priamo e Tisbe che si potevano parlare solo attraverso la crepa in un muro perché le loro famiglie erano nemiche. Da li nasce la trama di
Romeo e Giulietta. Più tardi Shakespeare si ispirerà di nuovo alla storia dei
due amanti per comporre Un sogno di mezza estate.

Nella sua breve ma
pungente introduzione ad una delle traduzioni più conosciute Hughes
nota che Ovidio si confronta con “i catastrofici estremi della
passione che confina con il grottesco,” una passione che può
“mutare” o “bruciare”. Ci parla di amori impossibili e disperati che hanno la caratteristica di essere “sbagliati”. Amori degni dei romance moderni più scandalosi e piccanti.

Alcuni dei miti che
Ovidio ci narra hanno il potere di sconvolgere i lettori ancora oggi
come la storia di Mirra, la cui passione erotica per il padre Cinira
la consuma. La sua disperata frustrazione (e la sua disperata colpa)
la portano a tentare il suicidio. La sua vecchia nutrice la aiuta a
superare la frustrazione (ma non la colpa). Le notti devono essere
particolarmente buie da quelle parti e durante l’assenza della madre
a causa di una festività religiosa Mirra si sostituisce a lei.
L’ultima notte il padre si accorge dello scambio e spada alla mano
rincorre la figlia. Mirra incinta del suo mezzo fratello/figlio prega
gli dei per una esistenza che non sia né vita e né morte. Loro
odono la sua preghiera e la fanno diventare un albero e le sue
lacrime profumate cadono lungo la corteccia e bagnano la terra.

Il seguito racconta
della nascita del bambino di Mirra, Adone che viene sputato dalla
corteccia della madre, credo l’unico bambino a nascere da un albero.
(Comunque Adone diverrà un fiore dopo una tresca amorosa con Venere,
forse in questo caso possiamo parlare davvero di un predestinato)

Non dimentichiamo però che l’amore per Ovidio è anche un ponte, forse l’unico, verso l’immortalità. Amore mai uguale a sé stesso ma dotato di infinita mutevolezza che trascina la vita oltre la morte in una continua rinascita diventando altro da sé. Tutti dobbiamo ricordare la storia di Filemone e Bauci, marito e moglie, vecchi e poveri che dopo aver dato tutto agli altri desiderano di morire assieme e vengono trasformati dagli dei in un tiglio e in una quercia. Un amore toccante, egualitario e armonico e no, questo nei romance non c’è altrimenti che storia racconterebbero.

Dopo questa breve
introduzione agli amori che ci narra Ovidio forse vorrai sfogliare il libro originale,
possibilmente in una traduzione moderna degli anni 2000. Se sei fortunato e riesci a trovarlo puoi dare un’occhiata a Nuove
metamorfosi
editato da Michael Hofmann e James Lasdun per un
delizioso sguardo anche alle opere di poeti come Seamus Heaney e Charles
Simic che al nostro autore si sono ispirati. E se masticate l’inglese
immergetevi nella versione fiction del mondo di Ovidio appena prima
dell’esilio nella meravigliosa opera di Jane Allison The love
artist.

Buona lettura a te 😚 e alla prossima!

Alice Tonini 

Raccontare il Covid con il diario

Il narrato che riguarda le nostre vite stravolte dalla pandemia è utile e necessario, vogliamo capire il perché.

Quella che il mondo sta affrontando è una situazione senza precedenti e possiamo già scommettere che alla fine niente sarà più come prima. Il messaggio fatto passare mesi fa del dopo saremo tutti più buoni sta mostrando tutti i suoi limiti.
Insomma, i giorni passavano lenti in quel grande carcere in cui s’era trasformata l’Italia. 
A. Manzini
A livello esperienziale credo che il presente si possa paragonare alla situazione del secolo scorso, durante i totalitarismi. In questo particolare momento storico è difficile distinguere tra realtà e fake. Ogni giorno diventa attesa che crea malessere. La società è frammentata, spezzata tra il “chi può fare cose” e “chi non le può fare”. Le famiglie divise e gli amici lontani rendono tutto ancora più confuso.

La narrativa è da sempre in prima linea per aiutarci a riflettere e rielaborare le esperienze difficili e dolorose che cambiano la vita. Marzo 2020 ha visto emergere la necessità di opere narrative in grado di raccontare questo nuovo momento storico. Da parte dei lettori c’è la necessità di potersi confrontare con racconti e storie di vita legate a quanto sta accadendo. Ovviamente la letteratura si muove con i suoi tempi che sono lunghi. Un buon romanzo vuole mesi per essere progettato, pensato e scritto. Un opera romanzata nata in una manciata di settimane fa dubitare chiunque della sua qualità.
L’umanità sta vivendo una tragedia planetaria. I sogni, o meglio gli incubi, da settimane sono fatti in apparenza della stessa materia: la paura. 
L. Visca
Le prime forme di raccontato che sono state pubblicate la scorsa primavera sono di tipo scientifico e giornalistico-scientifico. –Ogni tanto ne scompare misteriosamente una dagli scaffali, o viene modificata a pochi giorni dall’uscita. Ma per ora la covid-censura non è argomento di post.–
Successivamente sono comparse le narrazioni diaristiche e i racconti.

Il raccontato diaristico essendo legato a senso unico con l’esperienza individuale è quello più immediato. È usato da secoli e riporta le esperienze e i pensieri più intimi di chi lo scrive, solitamente in ordine cronologico. Nel nostro caso quello che ci arriva sono diverse esperienze di vita raccontate durante il periodo più difficile della pandemia.
Abbiamo Diario testimone privilegiato. Diario di un sacerdote in un ospedale covid. L’autore, Ignacio Carbajosa, racconta la sua personale esperienza tra i malati di covid.
Poi segnalo l’opera per bambini di Chiara Audenino Diario di un bambino in quarantena. Conosciamo Tommy, un simpatico bambino che non vede l’ora di tornare a scuola per smettere di scrivere il diario della quarantena che la maestra lo obbliga a fare.
Di Martina Vaggi vi invito a leggere Il diario del silenzio: Storie reali di quarantena. L’autrice ci racconta l’esperienza del virus da diversi punti di vista: da chi lo subisce a chi lo combatte in prima linea.

Io qui ho segnalato solo alcuni titoli tra quelli che sino ad ora sono stati i più graditi dal pubblico, ne esistono decine di altri. Se dovesse interessarvi l’argomento o vi capitasse tra le mani un buon diario covid segnalatelo che sicuramente ne riparleremo.
–Vi metto a conoscenza dell’esistenza del diario di Boris Johnson, per ora solo in inglese, se tra voi qualcuno volesse farsi del male durante il lockdown.–
Il distanziamento imposto dai tempi potrà essere fisico, ma mai sociale. Finché ci resta nel cuore un po’ d’umanità. 
L. Visca
Per motivi di spazio oggi mi sono dedicata solo alle opere diaristiche. Non mi piace fare post troppo lunghi. Nel prossimo vedremo qualche buon racconto, nel frattempo vi invito a segnalare libri e racconti che possono interessarci.
Fatemi sapere, buona lettura.
Alice

Non può essere natale senza un delitto

Carissimo lettore dell’ignoto anche quest’anno natale è arrivato e noi lo vogliamo trascorrere rilassandoci con un buon libro mistery.

Ci rivolgiamo quindi alla regina del giallo, Agatha Christie ed alla sua opera: Il natale di Poirot.

“C’è in essi molta ipocrisia, a Natale, amorevole ipocrisia.”

Pubblicato in italia nel 1940 ed edito ai giorni nostri dalla Oscar Mondadori, è la diciassettesima avventura con protagonista l’investigatore belga dalla testa d’uovo: Hercule Poirot.
Il simpatico protagonista è convinto che il periodo natalizio sia tra i più favorevoli per commettere un delitto a causa delle troppo affollate riunioni familiari che ispirerebbero ai partecipanti istinti omicidi.
E chi siamo noi per contraddirlo?
Scherzi a parte  per chi non avesse voglia o tempo di leggere segnalo il film uscito nel 1994 “Il natale di Poirot ” diretto da Edward Bennet.

 

Della vita e delle opere della regina del giallo parleremo in modo più approfondito in post futuri.
“Certe volte sembra che il passato non sia passato. “
Auguro a  tutti quanti un buon Natale e un felice anno nuovo.
Alice

Carrie, scopri con me le radici del male

Benvenuto lettore dell’ignoto, ci siamo!
Finalmente è arrivata una delle mie feste preferite: Halloween!!!

Voglio assolutamente cogliere l’occasione per intrattenerti con un buon libro, di uno dei generi che preferisco in assoluto: l’horror.
Per darti garanzia di una buona lettura direi che per questa volta ci rivolgiamo al re indiscusso del genere : Stephen King.

Per festeggiare al meglio questo Halloween ho deciso di risalire le radici del male con il primo libro pubblicato dall’autore nel lontano 1974 dalla Doubleday.

Stiamo ovviamente parlando di Carrie, che venne ripescato dall’immondizia dalla moglie di Stephen King, il quale in preda a una crisi di sconforto se ne era liberato.

Di sicuro ne hai sentito parlare e merita di essere letto almeno una volta  (nel mio caso l’avrò letto almeno 10 volte).

Una rinfrescata alla trama. Nella piccola cittadina di Chamberlain, nel Maine, vive Carrie una ragazza sola e bullizzata ogni giorno dai suoi compagni di scuola. Viene maltrattata anche dalla madre, una fanatica religiosa disturbata e sadica.
Un giorno dopo uno scherzo particolarmente malvagio il suo potere nascosto si scatena in tutta la sua potenza, punendo ogni colpevole.

Dal libro sono stati tratti un musical (scadente) e diversi film che hanno riscosso un notevole successo. Vi consiglio soprattutto il primo, del 1976 di Brian De Palma. Elegante e hitchcockiano, con due candidature agli Oscar sono certa non ti deluderà.

Che altro si può dire di un romanzo che in un anno ha raggiunto le quindicimila copie vendute ed in edizione tascabile addirittura i due milioni di copie.
Certamente è una piccola  perla nera della letteratura horror, se non l’hai ancora letto dacci un’occhiata e fammi sapere cosa ne peni. Forse preferisci la versione cinematografica a quella cartacea.

Ti lascio con una citazione dell’autore e ti auguro buona lettura!
“Per secoli i saggi hanno ripetuto che il tempo guarisce tutte le ferite ma le ferite di questa piccola città del Maine potrebbero essere mortali.”

Leggere e scrivere bene

Benvenuto lettore dell’ignoto e del mistero. Oggi parliamo di un tema che mi stà molto a cuore, se mi segui su Instagram saprai che spesso pubblico post dedicati alla lettura e alla scrittura.

Si dice spesso che chi legge molto scrive bene ma mi chiedo spesso fino a che punto questa cosa sia vera.

In questo post, di Giovanni Teresi, l’autore sostiene che leggere e scrivere sono inseparabili come i due tempi di uno stesso respiro, leggere è un modo per fare esperienza estremamente utile alla scrittura.
Io credo che leggere, soprattutto leggere quelli che vengono considerati “grandi autori ” aiuti non solo a ridurre lo stress ma anche a sviluppare la propria creatività e immaginazione, doti necessarie a qualunque artista. Nel sito troverai un sacco di consigli sulle letture considerate dei grandi classici proprio per questo motivo.

In questo articolo-intervista di Guido Conti l’autore sostiene che il contatto con i grandi della scrittura sia necessario per sviluppare un proprio stile ed una visione della realtà che ci appartenga e che vada poi a riflettersi in quello che creiamo, siano essi racconti e romanzi o dipinti e fotografie.

Mi chiedo però se tutto questo può essere una garanzia di successo e personalmente credo di no. Per scrivere o creare un opera di successo secondo me non basta lo stile ma bisogna anche avere l’idea giusta e, diciamocela tutta, anche un po’di fortuna che non guasta mai.

E voi cosa ne pensate? Avete mai scritto o creato qualcosa di  creativo?

Vi lascio con una citazione dal cartone animato Ratatouille  e vi auguro buona lettura! A presto.
“Non tutti possono essere dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in ognuno di noi.”

La mia ordinatissima scrivania creativa.