Il tesoro di sant'Erasmo a Castel Goffredo

   Sabato 16 ottobre alle 10.30 è stata
inaugurata a Castel Goffredo l’antica sagrestia. In esposizione c’è il tesoro
di Sant’Erasmo con i preziosi reliquiari gonzagheschi e i resti sacri provenienti dalle catacombe paleocristiane di Roma.

   Le prime notizie riguardanti la chiesa
di sant’Erasmo risalgono al 1288, a febbraio di tale anno infatti è
datata la disposizione secondo cui confratelli e consorelle avrebbero
dovuto ardere ceri da una libbra durante le celebrazioni ogni prima
domenica del mese e in occasione delle festività dedicate a santa
Maria e sant’Erasmo. Non sappiamo dove la prima chiesa si trovasse, alcuni documenti la collocano dove oggi si trova il
giardino di palazzo Acerbi, secondo altri si è sempre trovata dove
la possiamo vedere oggi ma con forme e sviluppo differenti.

Una curiosità, il titolo di
prepositura o prevostura indica una probabile origine monastica della comunità
religiosa di Castel Goffredo, dove sappiamo essere stato presente con una domus l’ordine degli umiliati. Inoltre abbiamo notizia certa della
presenza dei disciplini o disciplinati nel territorio dal basso medioevo: si trattava di laici riuniti in congregazioni e confraternite che si sottoponevano ad una dura vita di preghiera e penitenza. 

La sistemazione della chiesa
parrocchiale come la conosciamo oggi è iniziata nel 1516 e nei
secoli ha visto diversi interventi anche importanti, gli ultimi risalenti agli anni quaranta del novecento. 

I busti in esposizione nella sagrestia sono di sant’ Agostino, san Bonaventura, sant’Erasmo e san Luca. Inoltre la
selezione dei reliquiari a medaglione esposti nelle bacheche
volutamente rende omaggio ai santi patroni di Mantova (sant’Anselmo)
e Brescia (santi Faustino e Giovita).

I reliquiari ad altarolo vanno fatti
risalire al 1610, quando il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga per motivi politici ha
donato alla chiesa di Castel Goffredo 134 reliquie provenienti dalla
chiesa di Santa Barbara in Mantova. Esse sono state inserite in
quattro splendidi reliquiari, chiamati “ad altarolo” perchè la
loro forma ricorda l’architettura di un altare.

In una vetrina potete ammirare lo splendido baule rosso,
inviato alla comunità da Giovanni Battista Vitale de Marinoni, nato
a Castel Goffredo ma cittadino romano. Esso contiene reliquie
provenienti dai cimiteri paleocristiani di San Callisto e dai cimiteri rinvenuti in via Nomentana a Roma. Il
contenuto si presenta delicatamente avvolto in fogli di carta che
riportano il nome del santo cui appartiene.

Sono visibili anche le
reliquie della santa croce, in gran parte arrivate alla comunità
nel corso del settecento, esposte per la prima volta nel 1736. Nella famiglia Gonzaga il culto delle reliquie legate alla passione era molto
sentito e ne avevano un numero non indifferente. In più forse non tutti lo sanno ma i resti della croce per
tradizione non possono essere esposti con reliquie di altro genere ma
andrebbero presentati alla venerazione da soli.

Questi sono solo alcuni degli oggetti appartenenti al tesoro che si possono vedere. 

Se volete saperne di più sulla storia della chiesa di Castel Goffredo e se volete visitare l’antica sagrestia vi aspettiamo al Mast di Castel Goffredo. 

Buona lettura e alla prossima. 

Tonini Alice 

Rodella Giuseppe 

Nb. Questo articolo riporta solo notizie e curiosità storiche, non c’è alcun riferimento al valore religioso degli oggetti. La fede è personale e questo blog non se ne occupa. 

Inaugurazione del museo della torre di Castelvecchio a Castel Goffredo

   Il 2 Ottobre 2021 il territorio del mantovano si è arricchito di un nuovo museo. Alle ore 15.00 si è tenuta a Castel Goffredo l’inaugurazione nuovo museo della torre civica in piazza Mazzini dedicata al compianto Corrado Bocchi che per primo aveva pensato il progetto. 

   La torre è alta ben 27,65 metri ed ha una pendenza di 80 centimetri. La salita fino al belvedere in cima è pensata per presentare al visitatore la storia della fortezza di Castel Goffredo e del suo comune. 

In età medievale, dal X al XIII secolo sappiamo per certo che il paese era dotato di fossato che delimitava un recinto formato da terrapieno e palizzata. Le teorie più accreditate risalgono agli scavi effettuati nel 1989 e ipotizzano la presenza di una curtis romana, grande azienda agraria, attorno alla quale sarebbero sorte le prime fortificazioni che servivano originariamente per tenere al sicuro i lavoratori della curtis da eventuali assalti. Questo complesso fortificato sviluppandosi soprattutto in età medievale, ha meritato l’appellativo di castrum o castellum. Lungo il percorso che porta alla cima della torre si può vedere un filmato in 3d che mostra e racconta l’evuoluzione delle fortificazioni che ha portato da curtis a castellum.

Della storia della torre sappiamo che è stata eretta su di una precedente costruzione, probabilmente la porta meridionale del primo Castelvecchio o di un edificio fortificato. In origine era più bassa di ben 7 metri, aveva il tetto spiovente, feritoie e una decina di finestre. Il piano terra era sormontato da una volta a botte alta 7 metri che delimitava l’ingresso nella piazza del comune, una saracinesca veniva aperta e chiusa per controllare l’accesso di uomini e merci. La torre di Castel Goffredo aveva la duplice funzione di torre principale del castello per controllare il territorio circostante e di torre campanaria per le comunicazioni alla popolazione.

Durante la risalita potrete ammirare, e anche udire, le grandi campane. Ogni campana suona solamente una nota e originariamente nel concerto campanario di Castel Goffredo venne fatto spazio per la messa di altre due campane che però non vennero mai posizionate. Inoltre ognuna delle campane ha un nome proprio e una propria funzione. Ad esempio la campana più piccola di tutte viene chiamata la campana del mortino e veniva fatta suonare solo alla morte dei bambini.

La piccola campana del mortino. 

La messa dell’orologio risale al 1438, lungo il percorso si può ammirare il meccanismo originale a pesi finemente restaurato per l’esposizione. Ovviamente oggi il vecchio meccanismo è stato sostituito da uno moderno ma la visuale del quadro dell’orologio dall’interno vale davvero almeno una fotografia.

Durante la risalita si può vedere anche la vecchia pesa comunale rossa che faceva parte dei servizi che il comune offriva ai cittadini. Forse non tutti sapete che insieme al servizio relativo alla pesatura delle merci il comune doveva garantire il servizio dell’osteria comunale e dell’orologio.

Ultimo ma non meno importante, sulla cima della torre vi aspetta l’emozionante belvedere. Un colpo d’occhio incredibile sulle terre dell’alto mantovano assolutamente da filmare.

Credo di avervi raccontato e anticipato già molto di quello che vi aspetta, vi invito a venire a trovarci per una risalita.

Buona lettura 

Alice Tonini

Inaugurazione nuova sala archeologica museo Mast di Castel Goffredo

 

   Finalmente dopo la lunga attesa causata dal covid il 2 giugno 2021 è stata
inaugurata la nuova sezione archeologica del Mast Castel Goffredo
dedicata ai più antichi ritrovamenti archeologici avvenuti in zona.

   A darci il benvenuto c’è ancora la nostra amata Madonna Vestita ma ora il percorso museale inizia con l’esposizione dei ritrovamenti avvenuti in territorio castellano presso il sito dove si trovano le attuali piscine: in via svezia. Principalmente si tratta di resti di vasellame prodotto in nord africa ma non mancano le sorprese ed i pezzi interessanti.

Per l’occasione abbiamo avuto dei graditi ritorni. Alcuni bellissimi reperti recuperati in territorio castellano in anni di ricerche dei gruppi archeologici di Castel Goffredo e Remedello e che erano stati esposti presso altri musei oggi finalmente hanno trovato la giusta collocazione nelle sale del Mast. 

Un esempio è questo Askos in bucchero, un vaso utilizzato per liquidi oleosi, rinvenuto in località Santa Maria Maddalena e conservato fino a poco tempo fa presso i Musei Eremitani di Padova.

Il percorso vede esposti anche i ritrovamenti avvenuti presso il sito di Codosso, per chi è della zona stiamo parlando delle vicinanze di Bocchere, in questo caso i reperti principali sono monete. 
Ma ci sono anche degli splendidi gioielli, pietre intagliate, spille e frammenti di specchietti.

Nella sala successiva, come già avevo anticipato sulla mia pagina instagram, troviamo Magia Polla che ci racconta la vita degli antichi romani. 

Madre del poeta
Publio Virgilio Marone la leggenda vuole che la sua tribù romana di appartenenza, la gens Magia di Casalpoglio, fosse originaria di una colonia cremonese ed avesse probabilmente una proprietà terriera in zona. Magia Polla sposò Vergilius Maro e
con lui ebbe tre figli: Silone, Flacco e Publio Virgilio Marone che si racconta che venne partorito nel territorio di Castel Goffredo o
nel podere di Andes vicino a Mantova. Io preferisco pensare che fosse di Castel Goffredo anche lui.

Se verrete a visitare il museo sarà lei stessa a raccontarvi non solo la sua storia ma anche cosa mangiavano e bevevano, dove vivevano e come lavoravano. 

Questa stele funeraria in pietra di Botticino e del peso di oltre 700 kg ora è esposta presso le sale archeologiche ma è stata ritrovata nelle vicinanze della chiesa parrocchiale di Casalpoglio e trasferita  poi nel Museo Patrio di Brescia che l’ha riportata a Castel Goffredo la scorsa estate. Nella stessa area espositiva troviamo anche le macine in pietra di un mulino, fondamentali per la produzione della farina.

Il percorso continua poi con le monete romane del sito di Codosso databili dall’età repubblicana alla caduta dell’impero (II secolo a.C – V secolo d.C.).

Una piccola, ultima ma simpatica curiosità. Questa che vedete qui sotto è una embrice, per intenderci potremmo paragonarla ad una moderna tegola. Mentre questa tegola era lasciata ad asciugare un cane ha lasciato la sua impronta impressa.

Tutto qui?

Ovvio che no, ma il Mast di Castel Goffredo vi aspetta per raccontarvi ancora tante storie e curiosità. 
E sono sicura che tornerò a parlarne anche io.
Noi per ora ci salutiamo, buona lettura.
Alice