Film e paranormale: fantasmi, poltergeist e apparizioni

Abbiamo visto chi erano i primi medium, abbiamo parlato dei moderni ghost hunters ma i temi trattati nel mio ultimo romanzo non si esauriscono qui. Parleremo di Aleister Crowley in un post futuro ma oggi a interessarci sono i film horror con i fantasmi.

I fantasmi non esistono, o forse si, a voi la scelta. Ma nonostante ciò la loro popolarità
nella letteratura ma anche nei film horror è lunga e duratura. Fanno parte dell’immaginario collettivo, sono facilmente adattabili alla commedia, al romance, ai fumetti e a un film Disney in eguale misura. Dai lenzuoli bianchi dei fantasmi di Scooby Doo alla donna con i lunghi capelli bagnati dell’horror giapponese
rimangono e rimarranno protagonisti del genere ancora a lungo.

Un fantasma, una apparizione, uno spettro o uno spavento non possono fisicamente fare del male, sono l’anima degli spiriti dei morti. Possono però scioccarci talmente tanto che potremmo soffrire di un attacco di cuore o sobbalzare sulla sedia. Sono esseri eterei che si percepiscono più di quanto si vedano, spesso udibili con lamenti, graffi o porte scricchiolanti. Se visti essi sono rappresentati come apparizioni, una nebbia, un’ombra oscura o un riflesso. Lo scrittore delle storie di fantasmi deve modulare disagio e paura attraverso la parte principale della storia portando l’orrore come risultato crudo delle azioni del protagonista.

I maestri di questo sottogenere furono Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft, M.R. James, Sheridan LeFanu e Henry James – la tradizione gotica è la faccia accettabile dell’horror, quella più popolare e conosciuta che può fare meno paura. Un fantasma cercherà di guidarvi fuori dai vostri schemi mentali e il risultato di molte di queste storie di fantasmi è la pazzia, un esempio particolarmente superbo è M.R. James
con Oh Whistle e I’ll come to you, my Lady. In queste opere i fantasmi portano al suicidio e invitano il protagonista a unirsi a loro.

Una versione per giovanissimi de Il fantasma di Canterville

I poteri dei fantasmi sono vari e spaziano dalla caccia all’umano di turno alla maledizione senza scampo. Compaiono dove meno te lo aspetti: specchi, acqua, giardini o dietro la tua schiena. Un fantasma si muove contro la legge naturale delle cose perchè può galleggiare, camminare attraverso le pareti e cambiare forma. Come gatti, loro hanno un territorio, o sono legati alla persona che perseguitano o al posto in cui sono morti e tormentano le anime che risiedono a casa loro. Essi desiderano essere rilasciati (The Changeling, Medak, 1980) o tornare nella luce. Nei film ci sono due visioni differenti che co-esistono. Ci sono state storie horror e film nei quali lo spirirto infesta un posto – per esempio The Innocents, Suspense (Clayton, 1961), The Canterville Ghost- Il fantasma di Canterville (Jules Dassin and Norman Z.McLeod 1944) The house on Haunted Hill-La casa dei fantasmi (Castle,1959) The Amityville Horror (Stuart Rosenberg 1979; Andrew Douglas 2005) e Poltergeist ( Hooper 1982) ci sono anche molte streghe in questi film, più o meno quante sono le persone perseguitate.

I fantasmi nei film prima del 1940 hanno le stesse funzioni del demonio: illuminare la vita delle persone per redimerle dal loro stato di imperfezione. Il primo film serio che arrivò dagli Stati Uniti fu The Uninvited-La casa sulla scogliera (Guard and Guard, 1944) nel quale fratello (Ray Milland) e sorella (Gail Russel) comprano una casa sinistra in cornovaglia salvo poi scoprire che è infestata dai fantasmi. E’ tutto molto inglese, anche i fantasmi, in fondo l’inghilterra vanta una lunga tradizione di antiche case spaventose e torri insanguinate. Se ci avete badato i film americani tendono a utilizzare case gotiche tipiche degli stati del sud e costruite prima della grande guerra, gli stati più gettonati a quanto pare sono il New England e il Massachusetts. Probabilmente i fantasmi della California o del Nevada sono più problematici da filmare e allora non li usano, chi lo sa.

In The Haunting (Wise, 1963) Eleanor Lance è una zitellona incallita in fuga dalla sua claustrofobica famiglia e tormentata da poteri telecinetici. Come con Carrie (De Palma, 1976) e The Shining (Kubric, 1980), la vera questione è il protagonista è davvero perseguitato o è lui stesso la sorgente del malessere? Quelle che si vedono nella casa sono forse creazioni di Eleanor? Dalla trama appare chiaro che la casa la vuole per assorbirla nella sua entità demoniaca vivente ma sarà proprio così? Il film ha molti angoli in soggettiva che ci danno la sensazione di essere nel punto di vista della casa che avvolge la protagonista in una spirale malvagia. La visione dello spazio nelle ambientazioni è disturbata da specchi posizionati in modo strategico, riflessi argentati, porte che cigolano e colpi senza una spiegazione apparente. Il dr. Markway, il soave investigatore psichico incaricato di trovare una spiegazione agli acadimenti ci dice che tutti gli angoli sono sbagliati: le porte non vogliono chiudersi o si chiudono da sole, l’ambiente è disorientante con spazi stretti pieni di cianfrusaglie edwardiane. Tutto è a pezzi come la mente di Eleanor.
Gli specchi sembrano dire alla protagonista “guardati, non ti vedi?”. La cosa più spaventosa per Eleonor è Eleonor. L’unica pecca purtroppo riguarda la costruzione dell’empatia, durante il film è difficile identificarsi con lei perché è una nevrotica isterica ma il l’utilizzo della voce fuori campo direttamente ispirata da Psycho (Hitchcock, 1960) è una ottima trovata.

I fantasmi possono diventare manifestazioni di affari irrisolti. Noi non possiamo vederli perchè sono parte del doppio processo dell’horror. Non è un caso che molti avvistamenti di fantasmi nei film abbiano per protagoniste giovani donne e adolescenti, la psicologia afferma che i giovani siano più allineati con la propria psiche e quindi più recettivi al paranormale. Non c’è nulla di più spaventoso di un bambino che vede quello che noi non riusciamo a vedere. A differenza di molti horror moderni che riescono anche a essere nichilistici e selvaggi, i fantasmi promuovono l’idea che c’è qualcosa olte il velo della morte, un mondo più grande del nostro che contiene conoscenze a disposizione di tutti e poteri che vanno oltre il tempo e lo spazio, il prezzo per l’accesso è la nostra sanità mentale o la nostra salute fisica. In un senso c’è una redenzione per i protagonisti di queste storie. I fantasmi possono essere visti come offerta di speranza proprio come le promesse delle religioni.

Il modo per essere in contatto con uno spirito, se non siete già stati contattati, è quello di condurre una seduta con una tavola Oujia, nei film ce ne sono di efficacissime, o di affidarvi ad una buona medium, di solito una vecchia megera. Entrambe sono l’equivalente horror di un vaso di pandora che viene aperto, e nei film viene mostrato come sia estremamente stupido rivolgersi ad entrambe, vedasi 13 Ghosts-I tredici spettri (Castle,1960), Witchboard-Spiritika (Tenney, 1986), What Lies Beneath-Le verità nascoste (Zemeckis, 2000), Long time Dead (Adams, 2002) e Paranormal Activity (Pell, 2007). La tavola oujia fu commercializzata da un uomo d’affari Elijah Bond nel 1890 e fu pubblicizzata come gioco di società innocente prima che la spiritualista Pearl Currain la utilizzasse per le sue divinazioni durante il periodo dela prima guerra mondiale che abbiamo visto in un post precedente fu particolarmente florido per gli spiritisi. Oggi la tavola è conosciuta dal grande pubblico come uno strumento del demonio.

Le sedute con un medium sono un modo di ricevere informazioni nascoste che poi si riveleranno fondamentali per la trama, ma a volte questi personaggi prendono in giro il protagonista. Ma a chi importa, queste sedute sono un,momento di tensione e possono creare scene spaventose, specialmente se spiriti irrequieti e indesiderati vengono liberati o se vengono fatti rituali magici spaventosi come in The Devil Rides Out (Fisher, 1968) o La nona porta (Polanski, 1999) o Insidious (Wan, 2010).

I poltergeist sono fantasmi arrabbiati (la parola significa “fantasmi rumorosi”), muovono i vasi sulle mensole, fanno cadere i vostri oggetti, vi strappano le chiavi dalla mano disordinando la cucina. Questi spiriti fastidiosi tendono a perseguitare una persona piuttosto che un luogo specifico.

Una Hannya

La cultura giapponesse e i film orientali traboccano di spiriti senza riposo deceduti in modo violento senza la cerimonia che avrebbe potuto riunirli con i loro antenati. Dai racconti folkloristici, dal Kabuki e dal teatro Noh, il più popolare essere spiritico è la femmina fantasma, la mitica Hannya (demone femmina geloso), che noi vediamo in Ringu (Hideo Nakata, 1998), Ju-on (Shimizu, 2000), The Grudge (Shimizu, 2004) e Dark Water (Nakata, 2002).

Gli Obake sono esseri pretenaturali somiglianti ai fantasmi ma con una forma  non umana come volpi, cani o gatti; gli Yokai che sono spiriti malefici e inquietanti; Yurei sono invece spiriti incapaci di lasciare il nostro mondo, e gli Oni sono demoni. Spesso queste figure compaiono nei film horror di provenienza orientale.

Carissimi Lettori del mistero anche per oggi è tutto.

Spero che l’articolo di oggi vi sia piaciuto e che abbiate trovato o ri-trovato qualche bel film visto magari anni fa di cui non ricordavate più nemmeno l’esistenza.

Buona lettura e alla prossima.

Alice Tonini

Ghost hunters e scienza: quale verità si nasconde dietro la ricerca sul paranormale?

 

Oggi dedichiamo un’altro post agli argomenti trattati nel mio ultimo romanzo Il Richiamo e parliamo dei ghost hunters o i moderni acchiappafantasmi. Si tratta di un argomento spinoso i cui confini sono indefiniti e indefinibili e, come già abbiamo detto altre volte, questo articolo ha carattere divulgativo, ogni persona è libera di credere a quello che ritiene più opportuno.

Ombre misteriose che appaiono in una fotografia, sospiri registrati, campi magnetici alterati, variazioni inspiegabili della temperatura ambientale. I moderni ghost hunters sostengono che è possibile individuare, con le moderne tecnologie a disposizione, i fantasmi e mettere a disposizione il materiale per programmi televisivi e su canali social.
C’è anche il gioco da tavolo.

Ma fin dove arriva l’intrattenimento e dove inizia la ricerca scientifica?
Nel film che ha reso famoso il lavoro di ghost hunters i fantasmi vengono catturati e tenuti rinchiusi nelle trappole per sempre; Ghostbusters (Reitman,1984) trasportava nella finzione cinematografica credenze vecchie di secoli e ci racconta che grazie a sofisticati strumenti tecnologici si può liberare il mondo dalle presenze demoniache. Si tratta di una delle migliori commedie degli anni ’80 ma rimane pur sempre una commedia per ridere.
 
Principalmente dagli anni 2000 in poi sono nati in giro per il mondo gruppi di persone e associazioni che hanno fatto della caccia ai fantasmi un lavoro serio, un business organizzato con la promessa di portare al mondo scientifico prove inoppugnabili dell’esistenza di fantasmi, demoni o qualsiasi altra creatura paranormale che possa venirvi in mente.

Questi gruppi promuovono la loro attività paragonandola a quella degli scienziati con la missione di scovare le prove dell’esistenza del paranormale. Negli anni 2000, con l’avvento di internet la caccia ai fantasmi guadagna nuova linfa e si reinventa in un mondo in continua evoluzione dove ogni nuova tecnologia porta sorprendenti risultati. 
La ricerca paranormale e spiritica è sempre esistita ed è necessaria e doverosa in virtù delle molteplici domande anche di carattere filosofico che l’uomo si pone da sempre. Le persone che dedicano il proprio tempo e le proprie energie in modo serio in questo genere di attività sono da elogiare e sono da considerarsi veri e propri ricercatori. 
Purtroppo, come abbiamo già visto nello scorso articolo dedicato alla nascita dello spiritismo e alle sorelle Fox, troviamo anche dei truffatori che approfittandosi dell’ingenuità delle persone colgono l’occasione per lucrare. 
Da una parte abbiamo chi porta avanti con metodo e mentalità razionale la ricerca delle prove dell’esistenza del paranormale, dall’altra parte abbiamo chi costruisce a tavolino improbabili avventure horror in case abbandonate e foreste misteriose per solo scopo di intrattenimento e per fare business, peccato solo che pochissimi gruppi mettono in chiaro fin da subito fin dove arriva la parte scientifica e inizia l’intrattenimento del pubblico.
Allora potremmo affidarci alla Mistery Inc.
I pericoli in simili attività sono reali, durante le missioni i gruppi visitano luoghi pericolosi e fatiscenti, frequentati da senza tetto, vandali e vagabondi. Per non parlare della possibilità di incorrere in crimini come la violazione di proprietà privata e di essere fermati dalle forze dell’ordine. 
La metodologia scientifica ci dice che le prove che questi gruppi devono portare, perchè sia dimostrabile la validità del fenomeno devono essere scientificamente verificabili e replicabili. Un ghost hunter che si mette a saltare per la stanza o che si mette a correre lungo un corridoio perchè sostiene di essere stato toccato da una entità invisibile equivale a una diceria che ha la stessa valenza scientifica di una leggenda metropolitana. Non è in discussione la buona fede di chi compie il gesto perchè realmente ha avuto l’impressione di essere toccato, magari per suggestione, chi lo può sapere, ma questo non cambia la realtà dei fatti: non si può dimostrare nulla in questo modo.
Nel 1936 è stato pubblicato Confessions of a Ghost Hunter di Harry Price, in quegli anni il fenomeno aveva già assunto contorni moderni con le scoperte scientifiche che hanno caratterizzato l’inizio del secolo e la guerra alle porte. L’autore, noto parapsicologo britannico, ci racconta di cosa ha trovato reale e cosa no durante le sue investigazioni sui fenomeni paranormali, considerate che era anche un esperto amatoriale di sortilegi e magia intesa come prestidigitazione, quindi riuscì a smascherare alcuni truffatori con abilità. 
La ricerca spiritica nel periodo post bellico prende nuovo vigore a causa dello stretto contatto delle persone con il lutto e la perdita, questi portano la necessità di comunicare con chi è morto per avere la certezza che stia bene e che sia ancora accanto alle persone che amava quando era in vita. 
Negli anni duemila, come già detto prima, c’è un forte ritorno del fenomeno con le nuove tecnologie che danno la possibilità di esplorare l’argomento della ricerca sul paranormale in modo moderno e diverso. 
Un recente studio attribuisce l’aumento delle credenze di fenomeni paranormali al trovato”declino del legame religioso e alla pandemia”. Una recente indagine condotta dalla Vivint, società di sicurezza domestica nello Utah, ha rilevato che su mille proprietari di case la metà era convinto che la casa fosse infestata dai fantasmi. Alcuni degli intervistati ritengono che il paranormale sia “un modo per connettersi al passato che elettrizza la vita di tutti i giorni.” Nel sondaggio il 65% dei Gen Z che ha risposto pensava che la loro casa fosse infestata mentre solo il 35% dei baby boomer pensava lo stesso. Con questo non vogliamo trarre conclusioni affrettate sulla valenza dei dati ma emerge l’importanza della casa e dell’età dell’intervistato come elementi fondamentali.

Nel 2004 sono arrivati i Taps (The Atlantic Paranormal Society) gruppo fondato a metà degli anni ’90 da due idraulici Jason Hawes e Grant Wilson che intraprendono la carriera televisiva con lo show Ghost Hunters, un reality show paranormale trasmesso per anni che li vede in giro per il mondo a mettere in scena drammi, storie personali, casi di cronaca ed esperienze paranormali. Lo show ha più di 200 episodi con ore di investigazioni senza alcuna prova valida raccolta.
La rivista e sito internet Skeptical Inquirer è una buona fonte di articoli e interviste sul tema della ricerca nel campo del paranormale, si può trovare materiale interessante e riflessioni attuali. 
Joe Nikell, famoso scettico e investigatore del paranormale ha dichiarato che durante le sue ricerche si è spesso incrociato con il gruppo Taps, egli in molti casi arriva a conclusioni opposte a quelle mostrate nello spettacolo televisivo e smentisce il lavoro di indagine del gruppo grazie a un po’ di ricerca storica e a una attenta visita sul posto. Persiane allentate, tetti danneggiati, assi del pavimento sconnesse e personaggi storici inventati; spesso questi gruppi utilizzano la dinamica dell’argomentum ad ignorantiam: non sanno cosa abbia causato il fenomeno e quindi lo attribuiscono al paranormale. Si trae una conclusione perchè non ci sono altre spiegazioni anche se ovviamente questo non ha nessuna valenza razionale.
E chi chiamerai?

Alcuni fenomeni portati come prove, sono facilmente creabili involontariamente anche dalle persone stesse grazie al mal funzionamento degli strumenti utilizzati. Come sostiene Massimo Polidoro nel suo programma Youtube: attribuire un mistero ad una spiegazione misteriosa non è una prova dell’esistenza del paranormale.
I fenomeni attribuiti ai fantasmi sono tantissimi ma di cosa sia un fantasma non esiste una definizione condivisa. Un incontro spettrale, una immagine stereotipata, un’ombra in lontananza sono esperienze personali che non equivalgono all’evidenza. Benjamin Redfort scrive su Life Science, una rivista scientifica tipo Focus, che non esiste una definizione universale di cosa sia un fantasma. Spiriti dei morti? Entità telepatiche? Poltergeist? Spiriti intelligenti o residui di energia cosmica? E c osa possono fare? Attraversare i muri?Apparire ai vivi? Comunicare con loro? Sbattere le porte e lanciare oggetti? E poi perchè sono vestiti se sono morti? I treni le auto e le carrozze fantasma dove si collocano? Perchè esistono omicidi irrisolti se un qualsiasi medium è in grado di comunicare con il mondo dell’aldilà? Le domande sono tantissime e non per tutte esiste una possibile risposta. 
In questo momento non ci sono prove scientifiche che esista una apparecchiatura in grado di rilevare un fantasma. Spesso questi apparecchi che si vedono nei video sono inventati dagli stessi hunters e che però non forniscono spiegazioni approfondite di come siano stati costruiti e del funzionamento. Contatori geiger, telecamere a infrarossi, rilevatori di campo elettromagnetico,rilevatori di ioni, ghost box, kinect da videogiochi e nessuno di questi è mai stato dimostrato che rilevi qualcosa di paranormale.
Alcuni sostengono che manchi la tecnologia per scovare gli spiriti. Spector e Redfort su Life Science sostengono che se i fantasmi esistono e possono essere rilevati, in tempi moderni dovremmo essere in grado di farlo mentre se non possiamo rilevarli scientificamente tutto il materiale dichiarato come prova è falso. Secondo loro i cacciatori di fantasmi sono migliaia ma non una prova sola è mai stata raccolta.

Il KII o Safe Meter Emf prodotto dalla KII enterprise di New York è un dispositivo che rileva i campi elettromagnetici e percepisce le radiazioni elettromagnetiche potenzialmente pericolose emesse da elettrodomestici e linee elettriche. Questo è uno degli strumenti preferiti dei ghost hunters. Purtroppo si tratta di uno strumento che a detta degli esperti è relativamente inaffidabile: non è schermato,funziona su una asse orizzontale,va agitato per ottenere il funzionamento. Può essere attivato da ogni dispositivo elettronico. Kenni Biddle, fotografo statunitense sostiene di poterlo attivare con un mouse o una batteria da fotocamera. Facilmente manipolabile, luminoso, appariscente e fallibile, la sua validità è scarsa se consideriamo che gli effetti possono essere anche casuali.

Entità disincarnate che producono suoni percepibili solo tramite un registratore e che parlano tramite frasi brevi, confuse e sconnesse. Gli Evp o le inquietanti registrazioni di voci dall’aldilà sono altrettanto manipolabili. Michael Nees ha condotto un esperimento per testare quanto le aspettative del soggetto e la comprensione di quanto registrato dai microfoni influiscano sulle interpretazioni che vengono date, utilizzando le registrazioni tratte dal programma Ghost Adventures del simpatico Zak Bagans. I risultati hanno dimostrato che si tratta di esempi uditivi di Paredolia, in soldoni si trova un significato in qualcosa che non ce l’ha. Chi crede nel paranormale crede in eventi casuali. I campioni di audio suonano come voci, interferenze elettriche e ambientali ma qualsiasi suono può diventare una voce se elaborato al computer o registrato in un contesto paranormale. 
Come potete aver visto fino a qui non stò sostenendo che il paranormale non esiste ma che qualunque stranezza può essere associata al paranormale, e che le prove per l’esistenza dei fantasmi sono poche e di qualità pessima.
In tutto il mondo esistono centinai di gruppi e anche qui in italia abbiamo i nostri che grazie ad una abile strategia di marketing riescono a catturare l’attenzione e a divertire il pubblico. Sui loro canali potete trovare finti rituali, appartamenti indemoniati, oggetti posseduti, case maledette , boschi con ombre spaventose. Sagome di cartone, tagli video fatti ad arte, fili trasparenti che tirano oggetti, sceneggiature esagerate e recitazione pessima completano un quadro a volte davvero desolante. 
Roberto Truzzoli, psicologo, sostiene che l’horror è d’aiuto ai giovani perchè crea un mondo dove metaforicamente si possono trasferire i propri problemi esistenziali. Dà un elemento oggettivo di paura, eccitante e sviluppa la comunanza e la solidarietà tra pari.
Il successo di alcuni gruppi di ghost hunters porta con sé il forte pericolo dell’emulazione oltre che a quello delle truffe. Giovani ragazzi influenzabili dai media che si azzardano a visitare luoghi pericolosi per provare il brivido dell’avventura, fan sempre pronti ad accanirsi gli uni contro gli altri per i soliti problemi di credibilità di un video.

Oggi il ghost hunting viene definito dagli addetti ai lavori storicamente impoverito Giuseppe Di Stadio della Vow sostiene che il ghost hunter dovrebbe essere il primo a smascherare le falsità nascoste nel genere, e invece spesso cade vittima del vampirismo mediatico, della necessità di produrre a tutti i costi contenuti spettacolarizzanti per garantire un flusso di utenza sempre crescente alle piattaforme e finisce per produrre prodotti artefatti.
Senza bisogno di essere tutti scienziati, ricercatori o scettici, lo spirito critico quando si affronta il delicato tema del paranormale dovrebbe essere doveroso. Si può tranquillamente credere nel paranormale e ai fantasmi evitando però di farsi prendere in giro da personaggi discutibili pronti ad approfittare delle credenze delle persone per denaro. 
C’è sempre tempo per leggere un buon horror e magari uno dei miei romanzi. 
Buona lettura e vi aspetto alla prossima occasione. 
Alice Tonini 

Seguitemi tra sedute spiritiche e televisori posseduti per scoprire le radici dello spiritismo

 A centinaia si possono contare le leggende e le tradizioni legate al folklore che ci parlano di fantasmi o di presunti tali. Anche qui in Italia abbiamo i nostri racconti di paura legati a vecchi castelli o case abbandonate. 

Ma cosa c’è realmente dopo la morte?

In passato ho pubblicato articoli che spiegano cosa c’è dopo la morte secondo alcune religioni e cosa accade dal punto di vista legislativo quando si passa nell’aldilà. Ma oggi andiamo a curiosare il mondo degli spiriti e dei fantasmi e torniamo al tempo della nascita dello spiritismo. Ovviamente vi ricordo che questo post, come gli altri, ha carattere divulgativo e che ognuno è libero di credere a quello che ritiene più giusto.

Esistono persone che raccontano di essere in contatto con l’aldilà, di poter parlare con i morti e di poterli interrogare sulle faccende umane. Questi personaggi sono gli spiritisti; oggi li chiamiamo channeller ma un tempo erano i medium. Grazie alle moderne tecnologie abbiamo la nascita di un nuovo tipo di medium: i ghost hunter che spopolano sui canali social e di YouTube. Vi basterà una ricerca veloce in internet per scoprire che esistono decine di canali che si occupano di esplorare edifici abbandonati dove si sostiene ci sia la presenza di fantasmi o di creature ben peggiori, utilizzando strumenti alla portata di tutti per indagare il mondo immateriale. 

Ma torniamo alle radici del movimento. Il 18 aprile 1857, in Francia viene pubblicato il libro di Allan Kardec: ll libro degli spiriti. E’ un testo dove vengono riportati i suoi studi e le sue scoperte nell’ambito del paranormale con un lungo elenco dettagliato di curiosità sui fantasmi. Questo libro farà nascere la corrente dello spiritualismo. Kardec è un pedagogista e un educatore e inizia a interessarsi alle pratiche medianiche già nel 1844. 

Considerate che all’epoca era da qualche anno che nei salotti dell’alta società si praticavano le sedute condotte dai medium per contattare l’aldilà. Kardec frequentando questi ambienti si convince che c’è qualcos’altro oltre la vita e che le energie legate a questo mondo possono guarire malattie e dirigere le persone in una nuova realtà delle cose. 

Egli codifica lo spiritismo in una serie di libri dedicati al tema che influenzeranno scienziati, filosofi, medici e alchimisti negli anni seguenti. E’ il principale divulgatore della materia a cui dice di approcciarsi con metodo scientifico ma le sue conclusioni sono largamente discutibili e spesso campate in aria, soprattutto alla luce delle moderne scoperte scientifiche.

Ma chi furono le spiritiste più famose?

Le sorelle Fox ovviamente.

 Margaret, Kate e Leah, le tre sorelle Fox sono famose per essere considerate le prime medium di professione negli Stati Uniti. Siamo nel 1848 negli Stati Uniti e le sorelle risiedono in quella che secondo  le dicerie è una casa stregata. Li le due sorelle Margaret e Kate hanno contatti con una misteriosa entità: Mr Splitfoot o anche detto  il fantasma di Charles Rosnan che le ragazze dicono sia morto ammazzato in quella casa e sepolto poco distante anche se non è mai esistita alcuna prova a riguardo.

I genitori separano le sorelle e le spediscono dagli zii ma gli episodi continuano e la famiglia  arriva alla conclusione che le due sono talentuose medium. 

La comunicazione con l’aldilà avviene tramite schiocchi o colpi che sembrano provenire dalle pareti e le ragazze sostengono che si tratta delle entità che comunicano con i vivi con un codice di loro invenzione. Contavano il numero dei colpi per decidere se era un si o un no oppure recitavano l’alfabeto in attesa che lo spirito colpisse nel momento in cui veniva pronunciata la lettera corrispondente. Ci voleva molto tempo per avere anche solo una risposta semplice come un nome di persona ma all’epoca non esisteva nessun passatempo e comunicare con uno spirito poteva essere emozionante come guardarsi un film. Gli spiriti inoltre avevano la curiosa caratteristica di presentarsi solo se interpellati dalle due bambine, la madre che era una fervente partecipante alle sedute spiritiche che si svolgevano in zona sparge la voce delle imprese delle figlie e le due sorelle iniziano a ricevere visite da parte dei vicini. 

La famiglia inizia a ricevere doni e ricompense  per questo servizio di intermediazione spiritica e allora la sorella Lia decide di auto proclamarsi manager. In quel periodo le sedute diventano pubbliche aumentando considerevolmente la fama e le entrate della famiglia. Margaret e Kate da quel momento si esibiscono solo per personalità importanti ma la loro vita si frattura e inizia ad andare a rotoli tra matrimoni, lutti e alcolismo. 

Il 21 ottobre 1888 Margharet decide di raccontare al pubblico che la storia dei loro contatti con i fantasmi iniziò come uno scherzo alla madre ritenuta paurosa e superstiziosa. I colpi venivano realizzati colpendo il legno del pavimento con un dito del piede nascosto dalla gonna. Lo scherzo avrebbe dovuto concludersi il primo di aprile 1848 ma all’arrivo dei vicini le sorelle hanno deciso di continuare per non subire le conseguenze delle loro malefatte. Con il tempo poi le sorelle hanno imparato a produrre suoni anche facendo scrocchiare altre ossa del corpo per risultare meno sospette. Purtroppo la loro storia non ha un lieto fine, morirono povere e in solitudine a causa dei problemi legati all’alcool e vennero sepolte nelle fosse comuni per gli indigenti. 

Secondo la dottrina di Kardec non c’è nessun trucco nelle sedute spiritiche né inganno. Ma si può dire lo stesso dei moderni ghost hunters? 

Nel 1855 al Trinity College si fonda la più antica associazione per la ricerca sul paranormale, ufficialmente nata nel 1862. Il Ghost Club comprendeva personalità come Henry Price, Dickens, Campbell, Gross tutti convinti sostenitori delle tesi del paranormale. Negli anni i membri si muoveranno tra scienza e scetticismo ma verranno affiancati nel 1882 dalla Society for Psychical Research presieduta da Sidewich, Riche, Williams James, Moses, Massey essa si pone in una posizione più scientifica. Per quanto riguarda la visione della scienza dell’epoca è bene ricordare che secondo gli studiosi vittoriani quello delle discipline scientifiche è un mondo che funziona seguendo leggi proprie che vengono adattate al paranormale dagli appassionati per esigenze di comprensione. In fondo possiamo sostenere che a ispirare il ghost hunting sia stato l’amore per il fallimento della scienza e della tecnologia. Ad ogni problema riscontrato in un apparecchio elettronico abbiamo una squadra di sensitivi pronta in prima fila a sfruttare l’evento.

Un esempio. Nel  1861 William Mummler, gioielliere e incisore stava studiando alcune tecniche  fotografiche quando la figura oscura di una ragazza compare su una lastra in lavorazione. Mummler sapeva che si trattava di un errore, una conseguenza del doppio utilizzo di una lastra non ripulita in modo appropriato. L’uomo decide di fare uno scherzo ad un suo amico spiritista, l’amico prese la cosa un po’ troppo sul serio e pubblicò la fotografia come prova decisiva della vita dopo la morte. Il fotografo non si lascia sfuggire l’occasione di farci un po’ di soldi e pubblicizza la cosa come la scoperta di un modo meraviglioso modo di indagare la vita oltre la morte a 10 dollari l’una (per l’epoca era una bella sommetta). 

L’errore tecnico di un fotografo ha causato una scoperta che è stata adattata al mondo dello spiritualismo, ma quello non fu l’unico caso. La stessa cosa accadde nel 1953 a Long Island il volto spettrale di una donna compare in una tv causato probabilmente da un malfunzionamento dell’apparecchio. La faccenda diventa immediatamente paranormale. 

Jurgenson registra voci umane su di un nastro dove stava incidendo il canto degli uccelli. Inizia a credere che esista la possibilità di ascoltare le voci dei morti e sviluppa una tecnica su cui pubblicherà anche un libro: Radio Contacts with the Deads. Il suo studio verrà ampliato nel tempo e fonderà la psicofonia:presunte voci incomprensibili che vengono attribuite a fantasmi e spiriti. 

Gli errori di uno strumento tecnologico diventano la prova inoppugnabile della vita oltre la morte. Strumenti che vengono utilizzati da gruppi di cacciatori di fantasmi che si aggirano di notte in luoghi abbandonati alla ricerca di segni o manifestazioni. La credibilità e la serietà di molti di questi gruppi (non tutti ovviamente) è discutibile, nei social e in televisione hanno trovato un nuovo palcoscenico ma non sempre i contenuti proposti si possono definire seri, ricordo con sgomento uno di questi gruppi che alla vista di un gatto sosteneva fosse l’apparizione di una strega manco fossimo ancora al tempo dell’inquisizione medievale.

Buona lettura e alla prossima!!

Alice Tonini 

Demoni e possessioni: dalle messe nere agli esorcismi nel cinema horror.

 

    Se esiste Dio allora esiste anche il Demonio. Se esiste il
    concetto di Saggezza Infinita e di Bene che va oltre la comprensione umana
    allora per il principio “come sopra così sotto” ci deve essere un peccato
    originale che accompagna le fiamme dell’inferno dove troviamo la sofferenza senza fine. Se non
    fosse così i film horror con una etica religiosa (di solito ispirati alle credenze giudeo-cristiane)
    non ci farebbero alcun effetto. L’esorcista (Friedkin, 1973) è oggi considerato un classico e rimane uno dei film più visti del genere.
    Questo e The Omen-Il presagio (Donner, 1976) produsse molti sequels di qualità
    variabile e ispirò anche opere come L’esorcimo di Emily Rose (Derrickson, 2005)
    e L’ultimo esorcismo (Stamm, 2010) e anche un film sottostimato ma interessante come
    Stigmate (Wainwright, 1999).

    Come sapete negli Stati Uniti la stragrande maggioranza della popolazione si considera cristiana, mentre noi in europa siamo più pragmatici per quanto riguarda le questioni religiose, è comunque fuori dubbio che le origini del cattolicesimo e i concetti stessi di
    demone, rito e possessione sono ancora radicati in credenze popolari molto profonde.
    La chiesa cattolica romana ha recentemente rivalutato l’utilizzo degli esorcismi dopo un periodo breve in cui la pratica è stata messa in discussione. L’idea
    della messa nera (vedi il film The Devil Rides Out (Fisher, 1968) è un inversione
    dell’idea della tradizionale messa cristiana in quanto nei film viene rappresentata con rituali, cerimonie, incantamenti, croci invertite e la transustanziazione al contrario che sostituisce il sangue simbolico e il vino con una versione più realistica e evocazioni al signore oscuro
    che deve ascoltare le preghiere dei fedeli; una rappresentazione del genere è una trasgressione pura e
    semplice delle tradizioni e delle usanze religiose.

    Quando si incontrano demoni, diavoli o possessioni nei film ci
    sono di solito tre passaggi distinti, una sorta di incontri
    ravvicinati del terzo tipo ma con il demonio al posto degli alieni. 

    Prima cosa c’è
    il contatto che può avvenire con una tavola Oujia, con il trasferimento in una casa nuova, una passeggiata in un cimitero, un gioco proibito o una seduta spiritica. Qui l’idea è
    quella di contattare gli spiriti per avere delle informazioni come
    prova della loro esistenza o per chiedere loro qualche dritta per risolvere qualche problema. Il fatto che si rivolgono agli spiriti, fantasmi in generale, non preclude l’idea del demonio
    ma è una manifestazione in formato ridotto. 

    Poi c’è il secondo passo che consiste nell’evocazione
    di un demone che nei film è una cosa seria. Qui vengono introdotti dei simboli pagani o dal significato oscuro come un
    pentacolo, il cerchio magico che non si può oltrepassare; un libro
    dei morti o una bibbia nera di un qualche tipo – un incantesimo,
    una pergamena (di solito in Aramaico antico) per contenere
    l’incantesimo che risveglierà le forze del male. 

    Ora arriva l’ultima parte dove invocano il
    potere del demonio che deve obbedire agli ordini: apparirà sotto forma di un golem, di uno
    spirito malvagio, o possiederà il corpo di un accolito. E finalmente arriva anche il sacrificio di
    sangue, che deve evocare Satana; Bapomet, Mephistophieles, il
    principe dell’oscurità, il vecchio Nick, Belial; Shaitan,
    Leviathan, il cornuto, Belzebù o l’anticristo. Se avete presente Hellraiser
    (Barker, 1987), li le cose ad una certa sono davvero scappate un po’ di mano.

    Torniamo a essere realisti, solo qualcuno di mentalmente disturbato crederebbe di poter fare un
    patto con il demonio. Ci sono film dove i personaggi che credono di avere potere su queste creature o di poter
    evocare la grande bestia come se niente fosse finiscono sempre male, e lo squilibrato devoto dell’oscurità fa una pessima fine. Comunque sia queste storie
    attirano grandi star del cinema e lo zolfo infernale è finito ache su Robert de Niro
    (Angel Heart, Alan Parker 1987), Al Pacino (L’avvocato del diavolo, Taylor Hackford 1997) e Jack Nicholson (Le streghe di Eastwick, Miller 1987) e hanno calcato la scena come dei pazzi furiosi.

    Ora focalizziamoci sulle possessioni. Idealmente quelle di un
    bambno perpetuate da uno spirito demoniaco malvagio possono essere davvero spaventose. La paura qui
    deriva dall’idea disturbante di trasgressione dell’infanzia.
    Il fatto che tuo figlio o il tuo fratellino possa non essere realmente tale ma una
    creatura distruttiva e malvagia è una paura che ogni familiare ha, e l’idea che
    la propria prole possa avere natura demoniaca può togliere il sonno la
    notte. Ci volgliono quattro anni per socializzare un bambino e per
    inculcare in questo una comprensione del giusto e sbagliato. E buona parte dell’infanzia è una battaglia per tenere sotto
    controllo la loro natura selvaggia. Il concetto di prima infanzia è
    una invenzione recente e l’orrore del demonio-bambino è quello che
    ricorre più spesso.

    I bambini posseduti nei film iniziano a comparire presto con Il
    villaggio dei dannati
    (Rilla, 1960) un adattamento della novella del
    1957 di John Wyndham The Midwich Cukoos, nel quale tutti gli
    abitanti del villaggio inglese di Midwich e tutti quelli che abitano
    entro cinque miglia dal villaggio, cadono a terra privi di sensi.
    Non viene spiegato il motivo (gli alieni sono indiziati) ma due mesi dopo le
    donne sono incinte, e danno alla luce bambini pallidi e con i capelli
    biondi. Sembra che una cosa simile sia accaduta anche in altri
    paesi in torno al mondo (Russia, Canada e Australia) ma i bambini sono morti o sono
    stati assassinati dai genitori. I giovani pargoli crescono ad un ritmo allarmante e
    all’età di sette anni sono educati e scolarizzati ma senza l’ombra di una coscienza e senza conoscere il concetto di amore. Loro
    sviluppano una mente di gruppo e poteri psichici che scatenano per fare del male a
    chi cerca di fermarli. Questo film è stato seguito dal superbo I
    bambini dei dannati
    (Leader, 1963) e un remake meno incisivo di Wes
    Craven nel 1995 ( Il villaggio dei dannati, Craven 1995). La storia di
    Stephen King del 1977 Children of the Corn (pubblicata in Night
    Shift magazine nel 1977) divenne anche un film (Kiersh, 1984) un
    omaggio all’idea.

    Un altro esempio superbo che rappresenta i bambini demoniaci è The Bad Seed
    (LeRoy, 1956) basato sul racconto di William March e su una
    sceneggiatura scritta da Maxwell Anderson e performato nel 1955 nel
    quale abbiamo una piccola ragazza Rhoda Penmark che è sospettata di
    aver annegato il suo compagno di classe Claude per una medaglia. Lei
    ammetterà questo alla madre Christine e anche l’assassinio di un
    vicino di casa. Viene rivelato che Christine è la figlia del serial
    killer Bessie Denker e fu adottata all’età di due anni. Gli omicidi
    di Rhoda continuano e la madre cerca continuamente di coprire le
    attività illegali della figlia finchè alla fine cercherà di
    ucciderla per poi suicidarsi.

    La più grande storia di possessione di bambini è ovviamente L’esorcista (Friedkin, 1973). il film venne adattato dal racconto del
    1971 di William Peter Blatty, una storia mitica di un uomo che cerca
    di recuperare la fede in Dio con conseguenze terribili che coinvolgeranno la
    possessione di Regan McNeil. Il racconto era basato su una storia vera.
    L’esorcismo del 1949 di Mt Rainer, un ragazzo di 14
    anni che sperimentò una tavola Oujia e divenne posseduto dal
    demonio, venne esorcizzato da un prete cattolico con successo dopo
    diversi tentativi falliti. Blatty approcciò uno degli esorcisti
    Padre John Bowdern che acconsentì ad aiutarlo per fare ricerche per il racconto basato sugli eventi e cambiò il sesso del
    posseduto per proteggere lui e la famiglia. L’idea venne proposta a Shirley Maclane che apparì in un altro film sulla
    possessione The possession of Joel Delaney (Hussein, 1972), Maclane
    lo passò a Lew Grade ma l’idea non fu
    accettata. La Warner Bros invece la raccolse al volo e furono selezionati molti
    registi prima di scegliere Friedkin.

    La sceneggiatura dell’Esorcista è stata riscritta in modo
    pesante con Blatty come produttore e l’anno in cui fu girato si presentarono molti problemi, si diffuse persino la diceria che un prete si fosse
    presentato sul set per benedire i partecipanti, una sorta di assicurazione sacra. La Warner Bros decise di non fare preview del film temendo che potesse offendere il pubblico e  partì direttamente con le proiezioni nei cinema che lo
    trasmisero per sei mesi ininterrotti. Divenne un film da incassi record per il
    tempo, con reazioni isteriche da parte del pubblico che ebbe aborti,
    attacchi di cuore e il personale dei cinema che doveva usare la lettiera per i
    gatti per pulire il vomito. La chiesa cattolica venne subissata di
    richieste per esorcismi e invece di dichiarare il film blasfemo il Times Chatolic lo ritenne spiritualmente profondo. L’esorcista venne proiettato in alcuni cinema per due anni a fila e venne rilasciato in Gran Bretagna solo nel suo 25° anniversario.

    Ci sarebbe ancora moltissimo di cui parlare riguardo
    l’immaginario subliminale del film. Friedkin stesso ha dichiarato
    che “non è subliminale perchè tu puoi vederlo” ma è proprio cosi?

     Il volto del
    demone è visibile in due frammenti singoli: uno durante la visita di
    Regan e uno quando la madre è in cucina (non posso dirvi altro perchè sennò faccio spoiler). L’immagine è
    apparentemente parte del test fatti sulla pellicola e che dovevano essere usati nella scena della testa che gira. E’ un incredibile effetto spaventoso per l’epoca, dove non esistevano computergrafica e costumi all’avanguardia e questo vuol
    dire molto per un film pieno di immagini e scene scioccanti senza
    sosta. Il volto del demone ti parla al subcoscio dopo che la tua visione periferica l’ha
    vista… Usare frammenti singoli di immagine come questi è stato
    fatto anche oggi un paio di volte. Una nel film L’anticristo di
    Lars Von Trier (Von Trier, 2009) e ancora in Devil (Dowdle, 2010) una
    storia divertente del demonio che intrappola cinque persone in un
    ascensore e viene mostrata l’immagine di Satana sulle telecamere di sicurezza di
    una guardia.

    L’Esorcista causa disgusto, piuttosto che scioccare, specialmente riguardo il corpo (“Help me” scritto sul torso di Regan) facendolo un
    precursore di Body Horror e del lavoro di David Cronenberg. Il film
    ha lasciato lunghi strascichi e molti si sono ispirati a varie parti. The Orphan
    (Collet-Serra, 2009) è un tentativo notevole (c’è qualcosa di
    sbagliato in Esther) ma ha un colpo di scena che nega la possessione
    demoniaca. Insidious (Wan, 2011) scritto dal creatore di Saw Leigh
    Wannel e James Wan riguarda una coppia il cui figlio diventa un
    mezzo per i fantasmi, ha lo stile dell’esorcista e un nuovo colpo di scena interessante. C’è anche The Last Exorcism-L’ultimo Esorcismo (Stamm, 2010) che esplora in modo
    brillante l’idea di un uomo che perde la religione, in questo Cotton
    Marcus, un disilluso ministro evangelico espone esorcismi
    fraudolenti ma ottiene più di quanto credeva di potersi aspettare.

    Ci sono molte interpretazioni dell’Esorcista inclusa una che
    sostiene che è misogino, con fantasie omosessuali sulla repressione
    di una giovane donna tenuta in uno stato di innocenza verginale. Senza approfondire troppo l’aspetto interpretativo possimo dire che la pellicola parla
    molto della pubertà e Regan è circondata da uomini che la
    torturano. Il demonio è esplicitamente una creatura che rappresenta la sessualità (v.di la scena con la masturbazione), la blasfemia e la profanazione etc.- ma tutto è in potere al demonio. Per molti il film non è nulla più
    che una vecchia interpretazione di Saw rimescolato a temi legati alla sessualità femminile.

    “L’esorcista dispensa con nessuna ambiguità, il ritorno a una
    visione della donna ebraico-cristiana e nel processo
    inavvertitamente esplora l’idea il controllo del corpo della donna che è
    una delle preoccupazioni centrali delle religioni organizzate.”
    James Marriot

    E anche per oggi è tutto. Spero che questa nostra digressione nel mondo dell’horror vi sia piaciuta e magari vi ha anche fatto venire voglia di guardarvi proprio uno dei film di cui stiamo parlando, in fondo tra qualche giorno è Halloween, giusto?

    Buona lettura a tutti e alla prossima.

    Alice Tonini

In viaggio tra i sottogeneri del cinema horror: barcollando con gli zombie

Bentrovati lettori dell’ignoto, le scorse volte abbiamo dato un’occhiata alla storia del cinema horror, siamo
partiti dai primissimi film in bianco e nero e abbiamo visto come nel tempo si sono aggiunti tutta una serie di mostri che sono diventati poi leggende sul grande schermo.

Vi avevo promesso che avremmo dato una occhiata al folto bosco dei sottogeneri e quindi partiamo per una passeggiata consapevoli che nessun articolo può essere esaustivo a riguardo perchè si tratta di
un bosco estremamente fitto con tantissime piante e animali diversi e una passeggiata sola è appena sufficiente a farsi un’idea di quello che si può nascondere in fondo ai laghi e nelle grotte più recondite del genere.

Quella dei sottogeneri (esattamente come la divisione in generi letterari) in realtà è una etichettatura che serve principalmente per vendere il prodotto cinematografico sul mercato. I film, così come i romanzi, si dividono in generi e sottogeneri per motivi economici, perchè alla fine una storia è solo una storia, ognuna unica e originale a suo modo.

Molti sostengono che un autore o un regista che si approccia all’horror deve avere ben chiari i vari tipi di sottogeneri per meglio interpretarli nell’opera. Io sono convinta che una buona storia horror progettata correttamente non abbia bisogno di rincorrere il già visto mille volte per convincere il pubblico. Sono
d’accordo che certi filmacci post anni duemila si sarebbe potuto semplicemente evitare di portarli nel cinema. Ma qui stà il buonsenso delle case di produzione che devono saper distinguere tra
un buon prodotto e uno scadente. Esempio da citarvi che vi troverà tutti d’accordo con me è Orgoglio, pregiudizio e zombie che rimescola letteratura vittoriana e horror, per citarvene un altro c’è Abramo Lincoln cacciatore di Vampiri oppure Megashark vs Octopus e il western Cowboy vs Aliens. Ricordano alcuni film sui mostri che circolavano negli anni ’40 non particolarmente riusciti e onestamente non ve li consiglio nemmeno un po’.

Qualche sottogenere lo abbiamo già visto, ad esempio i non morti (vampiri e zombie) vengono considerati sottogenere a sé così come i mostri e gli uomini lupo, anche di questi abbiamo già parlato quando abbiamo trattato della storia del cinema. Sono etichettati poi gli horror psicologici, gli horror che parlano di possessione demoniaca di adulti e bambini, il soprannaturale come i fantasmi e i poltergeist. C’è anche il sottogenere che riguarda la stregoneria e le maledizioni, gli scienziati malvagi e i film splatter che sono un altro sottogenere.

Vediamo di spendere qualche parola per ognuno dei sottogeneri che abbiamo citato, anche quelli di cui abbiamo già parlato per darne una breve interpretazione attualizzante. Ovviamente so che esistono
decine di sottogeneri ma purtroppo non possiamo vedere tutto. 😢

I non morti

L’umanità è sempre stata affascinata dall’aldilà, molte religioni si fondano sul concetto della reincarnazione e della vita oltre la morte, ma quello che attrae i fan dell’horror esce dalla tomba e ti morde.

I non morti sono l’estremizzazione della morte, sono vivi ma morti, decomposti ma si muovono. Nel film The cabinet of Dr. Caligari (Wiene, 1920) i morti sono ipnotizzati ma nel film di Romero sono una massa disordinata da sfamare. Possono essere fermati solo colpendoli alla testa, regola che vale ancora oggi.

Ci sono state diverse interpretazioni per quest’orda catatonica presente fin dagli albori dell’horror, inclusa una riflessione molto “all’americana” sulle difficoltà dei tempi in cui furono prodotte queste opere per ottenere il rispetto dei diritti civili, la crisi dei missili cubani e la guerra del vietnam, tutti eventi che
avrebbero minato la solidità dell’imperialismo americano. Il sequel di Notte dei morti viventi è L’alba dei morti viventi (Romero 1978) pensato per essere una denuncia sociale contro il consumismo e l’ansia per la minaccia della guerra nucleare. Negli anni recenti gli zombie hanno rappresentato le paure post attacco alle torri gemelle, l’aggressiva politica estera americana, l’epidemia di sars-covid e il collasso del capitalismo e dell’imperialismo. I morti viventi sono una analogia multi sfaccettata delle paure americane messe in scena da hollywood, come battuta ironica possiamo anche dire che gli zombie si trovano bene con tutto.

Le opere di denuncia di cui stiamo parlando possono anche essere satiriche. Joe Dante in Masters of Horror, la serie tv (stagione 1, 2005 – 6 episodi; episodio 6 Homecoming) usa i morti viventi come satira sociale, dove i soldati non morti tornano a combattere una ri-elezione negli Stati Uniti. George Romero ha fatto la sua trilogia degli zombie ma si è rivolto alla satira in La terra dei morti (Romero 2005). Qui i morti camminano sulla terra ma i ricchi sono salvi in città fortificate, la metafora sociale ricchi-poveri, bianchi-neri in questo caso è ovvia. (considerate che la prima versione della sceneggiatura fu scritta prima dell’11
settembre.) Nel suo Diary of the Dead (Romero 2007) utilizza lo stile documentaristico che tanto va di moda in quest’ultimo decennio e racconta la storia di alcuni studenti che girano un film horror al tempo di una prima epidemia di zombificazione. Ci racconta delle responsabilità sociali dei media e della nostra ossessione molto social per documentare quello che accade piuttosto che farci coinvolgere in prima persona. C’è anche un finale misantropico in cui ci chiediamo se la razza umana sia davvero degna di essere salvata da una fine di quel genere.

Nella stessa direzione va anche la famosa canzone thriller di Michael Jackson

Danny Boyle in 28 Days later (Boyle 2002) non ha tecnicamente girato un film che parla di zombie ma c’è il Rage virus che infetta la popolazione e mantiene le sue vittime vive facendole nutrire di carne (come in Romero The Crazies 1973). Ci sono comunque abbastanza paralleli e omaggi al lavoro di Romero per poter leggere questo film come una rilettura di un film sugli zombie. La differenza è che qui le creature riescono persino a correre. Zack Snyder nel suo L’alba dei morti viventi, ovviamente un remake (Snyder 2004), utilizza questo stesso trucco, anche se Romero stesso ha fatto notare che se corrono potrebbero rompersi qualcosa senza avere la possibilità di “aggiustarsi”.

Questo semplice cambio di vedute lento/veloce offre agi scrittori una scelta. Gli zombie possono continuare a camminare traballando come nell’eccellente film del 2004 Shaun of the dead (Wright,
2004) oppure possono sprintare come centometristi come nel film di Boyle 28 Days later o Resident Evil (Anderson 2002)? I non morti sono tra noi per restare, possono rappresentare i terroristi: Ozombie (Lyde 2012) o l’isolamento sociale urbano in Colin (Price 2008). Possono metaforizzare il virus della mucca pazza come in Carne morta (McMahon 2004), o diventare commedia in Night of the living Dorks (Dinter 2004), Dead and Breakfast (Luetwyler 2004), Zombieland (Fleischer 2009) o il sublime ma parecchio malato Zombie Strippers (Lee 2008).

Anche Brad Pitt è in guerra con qualche non morto.

I sottogeneri hanno raggiunto il barocco e ogni volta che esce un nuovo film sembra non essere restato più nulla da dire ma i generi sono ciclici e in pochi anni chi può dire cosa altro succederà e cosa altro può ispirare i registi e gli scrittori?

Gli altri tipi di non morti si presentano nella forma di vampiri con il loro iconico capo il contre Dracula, di cui abbiamo già parlato in diversi articoli in precedenza, sono essi stessi materia di continua reinvenzione. Noi abbiamo Buffy the Vampire Slayer in tv, Intervista col vampiro (Jordan 1994) e, più tardi, la saga di cinque film di Twilight (Hardwicke 2008 – … speriamo sia finita), questi ultimi si possono meglio descrivere come fantasy romantici (orribili) che utilizzano tratti di vampiri e uomini lupo come sfondo per una narrazione da romanzo romance.

Se anche voi siete degli anni 90 non potete averla dimenticata.

Ognuna di queste opere ha riadattato a modo suo vecchie storie ai nuovi tempi, vecchi temi sono stati sviluppati e resi moderni e chi può dire cosa verrà in futuro.

Mentre aspettate che vi parli di altri sottogeneri vi auguro una buona lettura e alla prossima.

Alice Tonini

Ps. Se non vi siete ancora iscritti alla newsletter vi invito a farlo, proprio in questi giorni stanno arrivando molte anticipazione e novità.