La fantascienza e il romanticismo del 1800: tra Shelley, Verne e Wells.

Oggi torniamo a parlare di letteratura fantascientifica e ci imbarchiamo in un viaggio nel tempo che ci porterà nel 1800 dove il genere inizia a costruirsi una propria identità specifica e un proprio pubblico che l’apprezza per la sua visione futuristica e romantica dell’uomo.

Il primo diciannovesimo secolo vede la convivenza
della fantascienza e lo sviluppo in europa e all’estero del principio della libertà personale,
condizione perfetta per l’apparizione di una novella che fu un avviso all’umanità contro l’abuso di entrambi. Frankenstein o il moderno prometeo, che studiosi e scrittori sostengono essere la prima vera opera di
fantascienza per come la intendiamo oggi; entrambi gli elementi
fantastici presenti nella vicenda narrata (una creatura senziente e vivente, nata da resti umani) e il ritratto dello scienziato Viktor Frankenstein (la creatura non ha nome) con il suo comportamento arrogante ci mostrano le terribili conseguenze che può avere l’affidarsi ciecamente alla scienza senza una morale.

La storia della creazione di Frankenstein è molto
vicino alla creazione della stessa novella: l’autrice fu Mary
Wollstonecraft Shelley, compagna del poeta Percy Bysse Shelley, pensò alla storia in Svizzera nell’estate del 1816 durante una
visita a Lord Byron . Il Lord sfidò i suoi ospiti a inventare delle
storie di fantasmi; Mary ebbe un sogno che divenne la base del suo libro. Aveva diciannove anni quando pensò la prima volta alla storia che
venne scritta e pubblicata nel 1819.


Il primo romanzo
fantascientifico fu scritto da una donna? Ma c’è di più, quella non fu l’unica opera del genere scritta dall’autrice che nel 1826
pubblicò L’ultimo uomo un racconto apocalittico ambientato nel ventunesimo secolo e che ispirò H.G. Wells.

Il prossimo in linea temporale è Giulio Verne il cui
debutto nel 1863 avvenne con Cinque settimane in pallone causando incredulità e meraviglia con il suo racconto di un viaggio in africa con un
pallone ad aria calda. Fu l’immaginazione che creò la fantascienza anche perchè all’epoca non si sapeva nulla delle mongolfiere e l’africa era conosciuta per somme vie. Dopo l’inizio tentennante l’altamente prolifico Verne
sfornò romanzo dopo romanzo una serie di capolavori mescolando avventura, fantascienza e ironia di grande successo anche se gli editori inizialmente lo rifiutarono perchè ritenuto troppo scientifico.


Verne è famoso per aver predetto molti eventi
scientifici in anticipo. Per esempio nel 1865 la sua novella Dalla
terra alla luna
sembra anticipare il viaggio della missione Apollo
che portò tre uomini sulla luna da una stazione di lancio in Florida,
vicino a dove il Kennedy Space Center sarebbe stato costruito. Sempre lui ipotizzò che gli astronauti sarebbero rientrati sulla terra con
un tuffo nell’oceano pacifico. Altre predizioni includono invenzioni
fantastiche come macchine somiglianti agli elicotteri, telefoni che
fanno fotografie e motori elettrici; lui è erroneamente indicato come il padre dell’idea dei sottomarini che però già esistevano al tempo di Ventimila leghe sotto i mari cioè nel 1870. Il capolavoro di Verne che fu
pubblicato per la prima volta da Hachette nel 1994 fu Parigi nel xx secolo (scoperto in una cassaforte dimenticata nel 1989 vendette in un paio di giorni centinaia di migliaia di copie) nel quale Verne immaginò Parigi con
grattacieli, automobili a gas e una rete di comunicazioni mondiale.

Verne è amato dai produttori di film non solo per la
sua ricca combinazione di avventura e fantascienza ma
anche per il fatto che da quando il suo lavoro è di pubblico dominio
non bisogna pagare per usarlo. Centinaia di film differenti e
versioni per tv dei lavori di Verne sono stati prodotti con almeno una mezza dozzina di adattamenti. Le opere più sfruttate sono Ventimila leghe sotto i mari, Viaggio
al centro della terra e L’isola misteriosa.



H.G.Wells fu un autore immensamente popolare di romanzi scientifici e venne direttamente influenzato da Verne. Wells servì da tramite
tra la prima era della letteratura fantascientifica e l’evoluzione del genere nel ventesimo secolo. La
sua opera più famosa fu Anticipation of the Reaction of Mechanical and Scientific Progress Upon Human Life and Thought (1901) che immagina come le
automobili possano portare alla nascita delle periferie e aumentare
l’uguaglianza sessuale tra uomini e donne. Pìù tardi nel 1936 con La forma delle cose che verranno, Wells predice l’inizio della seconda guerra
mondiale sbagliandosi solo di un anno, fortunatamente era in errore
quando disse che sarebbe durata per decenni.


Ma insieme con le sue visioni del futuro (e con la sua agenda
sociale che divenne sempre più importante man mano che invecchiava)
pose le fondamenta della scienza moderna con La guerra dei mondi, il
nonno di tutti i romanzi e i film sulle invasioni aliene, una manna dal cielo insomma; arrivò poi l’introduzione di giganti animali (non menziona
uomini) modificati dalla scienza e della macchina del tempo, genesi delle
storie sui viaggi nel tempo.

Adattamenti cinematografici delle storie di Wells
esistono sin dalla nascita del cinema fantascientifico. Nel 1902 La
voyage dans la lune
fu parzialmente ispirato alla novella di Wells
del 1901 The first men on the moon. E come con Verne, i lavori di
Wells sono oggi di pubblico dominio negli Stati Uniti, ma non in Europa. Le sue prime novelle sono molto famose tra i produttori
cinematografici in particolare La macchina del tempo, L’isola del dr
Moreau
e La guerra dei mondi.

In aggiunta ad essere storie avventurose, Wells punta a temi socialmente rilevanti (era un convinto socialista). La
macchina del tempo
per esempio vide la frammentazione futura della
razza umana in due frazioni come risultato del capitalismo; La guerra dei
mondi
è visto come critica verso il colonialismo europeo in africa e in asia. Non c’è
bisogno di aggiungere che questi temi furono minimizzati o addirittura eliminati dai produttori cinematografici ecezion fatta per Things to come del 1936 in cui
Wells venne direttamente coinvolto.

Ok, non prendetevela ma a parlare di viaggi nel tempo non potevo tralasciare il Tardis.


Gli interessi dell’autore nei temi sociali diventano
più prominenti nei lavori più tardi che esulano dai temi
fantascientifici su cui aveva lavorato nei primi anni della sua carriera letteraria. Questi fattori forse spiegano il perchè le opere filmiche che si ispirano
alle ultime opere sono poche e lontane tra loro.

Così non solo il lavoro di Wells creò il ponte tra diciannovesimo e ventesimo secolo per la letteratura fantascientifica ma colegò anche la
letteratura e il cinema. E’ a questo punto che il genere inizierà a seguire la
propria strada.

Altre icone della fiction scientifica:

Edgar allan Poe

Il poeta americato e scrittore di romanzi brevi
pubblicò L’incomparabile avventura di un certo Hans Pfaal (1835), uno dei primi esempi di volo spaziale immaginario e uno dei primi viaggi
nel tempo con Una storia dalle Ragged Mountains, ma sono solo alcune tra le  molte altre storie con elementi di fiction
scientifica.

Robert Louis Stevenson

Pubblicò Lo strano caso del dottor Jekill e di Mr
Hyde
nel 1886, che fu ovviamente alla base di un gran numero di
addamenti cinematografici diretti e indiretti (ma di quello abbiamo già parlato in un articolo precedente).

Edward Bellamy

Giornalista americano che con le sue novelle
utopistiche Looking Backwards o Guardando  indietro fu pubblicato nel 1888. Le sue storie ambientate
negli anni 2000 predissero i centri commerciali, le carte di credito,
la luce elettrica e molto altro.

Ok, dovremmo avere finito qui per oggi ma è quasi natale
e mi va di condividere qualche altra curiosità.


La
fantascienza è famosa perché spesso immagina invenzioni o ha idee che poi sono diventate
realtà nei decenni successivi, ma ne I viaggi di Gulliver di Jonathan
Swift la speculazione scientifica arriva a fantasticare sulla
descrizione delle allora neppure scoperte lune di Marte con dettagli
accuratissimi. Nel racconto Swift descrive due lune di Marte che sono
in orbita a 13.600 km e 27.000km di distanza dal pianeta e orbitano
attorno al pianeta ogni 10 ore la prima e ogni 21.5 ore l’altra. E oggi sappiamo che Marte ha davvero due
lune scoperte 150 anni dopo la pubblicazione del libro di Verne dall’astronomo americano Asaph Hall. Le lune (Deimos e Phobos) orbitano a 6000 km e 21.000 km e fanno il giro attorno al pianeta
ogni 7.7 ore e 30.30 ore rispettivamente. Vi starete chiedendo come
poteva Swift sapere delle lune? Non lo sapeva ma gli è stato
suggerito dalle ipotesi di Galileo che ci lasciò una nota
anagrammata riguardo gli anelli di Saturno che l’astronomo Keplero
tradusse male credendo che trattasse invece delle lune di Marte. Swift non
fu l’unico a credere nell’esistenza di altre lune: Arthur C.Clarke
immaginò Plutone con una luna nel 1973 in Rendevouz with Rama:
cinque anni più tardi la luna di Plutone venne scoperta.

E con questa curiosità vi saluto. Vi auguro una buona lettura e al prossimo articolo. 

Alice Tonini

Letteratura fantascientifica: dalla nascita della fantascienza fino ai viaggi di Gulliver

 Prima dei film di fantascienza è nata la letteratura fantascientifica, un genere da cui i produttori hanno tratto e traggono ispirazione a mani piene. E non è un genere nuovo perchè i temi fantascientifici sono oggetto di speculazioni da sempre. E poi si tratta di un genere che spesso e volentieri va a braccetto con l’horror, lo testimoniano alcune produzioni davvero notevoli…di cui parleremo presto.

Prima di partire però ritengo giusto darvi una definizione di fantascienza come la intenderemo qui così non avete dubbi visto che ci sono dozzine di definizioni diverse. 

Per i nostri propositi da blog per definire un libro fantascientifico esso deve seguire una di queste regole:

La storia si svolge nel futuro. O in quello che era il futuro al tempo in cui è stato scritto. Oppure la storia si svolge in una linea temporale alternativa nella quale gli eventi storici hanno preso una piega differente. (es. una seconda guerra mondiale con un finale diverso)

Usano tecnologie che non esistono o non esistevano quando il libro è stato scritto. (es.viaggi nel tempo o velocità supersoniche)

Gli eventi sono basati su logica e razionalità. Anche se i personaggi e gli eventi sono fantastici, le spiegazioni sono sempre logiche e razionali, basate sul funzionamento di questo universo. L’opposto del fantasy o dell’horror, dove le idee possono anche svilupparsi tramite la magia o l’intervento divino anche se, come già abbiamo detto all’inizio, l’horrr e la fantascienza vanno spesso iniseme dando vita a produzioni di livello notevole come Alien (Scott, 1979). 

La fantascienza nell’antica grecia?

Quale sia il nome o la definizione che volete dargli quando è nata la scienza li è nata la fantascienza, un esempio lo abbiamo nelle speculazioni dei filosofi e con i filosofi naturali le cui riflessioni hanno indagato e studiato i misteri della natura fin dalla antichità. 

Platone fu forse il primo scrittore fantascientifico?

Uno dei primi esempi di letteratura speculativa se non direttamente fantascienza per come la definiamo qui può essere trovato tra le opere dell’antica grecia, Platone produsse La Repubblica: un trattato sulla natura della società. In esso l’autore immaginò una società dove i governanti (l’aristocrazia) vivenano in modo comune e in povertà (diciamo  qualcosa di simile) e pianificavano le unioni tra famiglie per migliorare la qualità della loro classe portando uguaglianza tra i sessi (almeno per chi governava) e proponeva l’educazione universale. Ovviamente queste sono solo le linee principali, è più complesso di così ma vi rende l’idea della visione futuristica proposta dal filosofo.

Il volto di Platone in un recente ritrovamento 

Avanti qualche centinaio di anni rispetto al II secolo a.C incontriamo il greco satirista Luciano di Samosata che scrisse due racconti sui viaggi spaziali. Nel primo il classico eroe Ulisse e la sua barca sono sparati sulla luna da una tromba marina, qui trova una guerra in corso tra il re della luna e quello del sole per i diritti sul pianeta giove (abbastanza attuale come tema). Il secondo racconto Icaromenippus, vede l’eroe Menippo viaggiare fino alla luna con le ali fatte di uccelli. Questi racconti sono rimasti popolari nel tempo, soprattutto nel 17° secolo quando fu Keplero a tradurli in latino. 

Un ritratto del nostro matematico 

Keplero e la fantascienza? Si, ma non solo…

Keplero non si limitò a tradurre dei racconti fantascientifici ma ne produsse esso stesso. Somnium, originariamente scritto nel 1609, nel quale un uomo si lancia sulla luna assistito da sua madre, una strega (fa eco ad un elemento presente nella vita di Keplero sua madre venne accusata di stregoneria ma mai condannata). Keplero usò la ragione scientifica dell’epoca per immaginare elementi della storia come la spinta gravitazionale durante il lancio e la perdita di peso seguente durate il tragitto terra luna. Un peccato che il racconto di Keplero non venne mai scoperto fino alla sua morte e venne pubblicato solo nel 1634, quando l’autore era ormai scomparso.

Keplero non fu l’unico pensatore rinascimentale attratto dalla narrativa speculativa. Il più famoso fu sicuramente Sir Thomas More (Tommaso Moro in italiano), il cui trattato sulla società ideale pubblicato nel 1516  e intitolato Utopia diede a quel tipo di società il nome (la parola in modo letterale significa “in nessun posto”). L’utopia di More include la tolleranza religiosa – ironico visto che lui perderà la testa proprio rifiutandosi di riconoscere Enrico VIII come capo della chiesa di inghilterra. 

Ma non abbiamo ancora finito. Un centinaio di anni più tardi, nel 1638, due scrittori inglesi fantasticarono della vita sulla luna e su come una persona potesse farsi un giro in quei luoghi. Il primo fu Francis Godwin, vescovo di Hereford, il cui racconto pubblicato postumo L’ uomo sulla luna vede l’eroe visitare la luna in modo inintenzionale su un carro trainato da anatre solo per scoprire che è disabitata. Quest’opera è ritenuta la prima opera fantascientifica in inglese. Il secondo scrittore fu John Wilkins, fratellastro di Oliver Cromwell, che scrisse (da notare il titolo esaustivo) La scoperta di un mondo sulla luna, un discorso che vuole provare che è probabile che ci sia un altro mondo abitabile su quel pianeta. La terza edizione di questo libro conteneva anche il pensiero di Wilkins sui viaggi nello spazio, ispirati dalle sue letture di Godwin. Ovviamente il titolo venne accorciato per motivi di stampa.

Ecco il nostro John Wilkins, prelato anglicano

Nel 1668 le donne raggiunsero il rango di scrittrici speculative quando Margharet Cavendish duchessa di newcastle, pubblicò The Blazing World, un lavoro utopico che include l’idea di un viaggio extracorporeo e nel quale la duchessa stessa fa una apparizione viaggiando dalla terra alla luna e ritorno. In aggiunta a essere la prima scrittrice di fantascienza la Cavendish puo essere definita la prima “Mary Sue” – untermine utilizzato per indicare quegli scrittori che idealizzano versioni di sé nelle loro storie. 

Da qalche parte nel 17° secolo altri scrittori e pensatori hanno messo in piedi storie di società future e viaggi interstellari, incluso il frate domenicano Tommaso Campanella che nel 1602 scrisse l’utopico La città del sole che descrive dettagliatamente una società comunista teocratica e il leggendario Cyrano de Bergetac con l’opera Una storia comica degli stati e degli imperi del sole e della luna. Fu influenzato da Godwin e pubblicato postmortem nel 1656. Quest’ultima opera non solo influenzò Jonathan Swift e Voltaire che provarono di loro mano la fiction speculativa ma diede anche credito a Arthur C.Clarke come primo ad avere l’idea dei razzi (l’eroe usava fuochi d’artificio per volare) e anche del ramjet, un tipo di jet che lavora in una atmosfera sottile. 

Nel 18° secolo due satiristi europei tra i più importanti e famosi hanno affrontato i temi della fantascienza: Jonathan Swift con I viaggi di Gulliver  del 1726 e Voltaire con Micromegas pubblicato nel 1756. I viaggi di Gulliver è fantascienza nel modo in cui specula ed ha influenzato la letteratura fantastica fino a oggi. È anche ricordato per la descrizione delle due lune di marte in modo più o meno preciso. Micromegas è meno conosciuto ma mescola satira e scienza nella storia di due enormi creature provenienti da Saturno e dalla stella di Sirio che si intrattengono in una conversazione colta e se la ridono trovando gli umani divertenti. Ma in fondo come dargli torto?

E con questa introduzione alla letteratura fantascientifica oggi vi lascio. Tornerò presto con un articolo sulla letteratura fantascientifica vittoriana e delle novità imperdibili, restate connessi e per chi di voi ancora non l’avesse fatto iscrivetevi alla newsletter.

Buona lettura a tutti!

Alice Tonini

Dai lupi mannari alle case infestate: arriva l'horror moderno

Lettori dell’ignoto rieccomi con un articolo sulla storia  del cinema horror e questa volta parleremo dei licantropi e delle case stregate. Torneremo ad occuparcene anche in un altro paio di articoli sui sottogeneri che hanno iniziato a svilupparsi nel mercato cinematografico per motivi di marketing.

 

 

Qualcuno dice che Hollywood abbia inventato i licantropi, ma il mito del licantropo risale all’antica Grecia. Nelle storie di Erodoto (450 – 29 a.C.) si parla dei Neuri, una tribù Scitiana che una volta l’anno vede i suoi membri trasformarsi in lupi per alcuni giorni per poi farli tornare alla forma umana. Anche Ovidio (42 – 17 a.C.) nella sua Metamorfosi ci parla di uomini che diventano lupi.

I lupi mannari, nel folklore europeo, quando si presentano in forma umana sono riconoscibili da alcuni tratti somatici caratteristici come le sopracciglia folte, le unghie lunghe e ricurve e la presenza di peli sotto la cute. In Russia si crede che un lupo mannaro si possa riconoscere perchè ha dei peli in bocca, mentre nella forma animale non presenta la coda e ha occhi e voce umani. In Svezia i lupi mannari corrono su tre gambe mentre la gamba mancante diventa una coda. Inoltre è credenza che dissotterrino i corpi appena sepolti per nutrirsene Nel diciannovesimo secolo i lupi
mannari smettono di essere solo uomini e nasce la credenza che possano essere anziane streghe con le unghie avvelenate in grado di immobilizzare con uno sguardo le vittime. La credenza europea più diffusa era quella che i lupi mannari nascessero tali salvo poi, dal 1800 circa, affermarsi la tradizione che la trasformazione può avvenire dormendo sotto alla luna piena, indossando una pelle di lupo o durante una crisi epilettica.

La trasformazione tramite morso o graffio è una invenzione moderna, perpetuata da film e telefilm, nei miti è raro trovare traccia di un contagio di questo genere. E’ più probabile che sia ispirata alle storie di vampiri dell’Europa dell’est, infatti nel medioevo le persone uccise perchè sospettate di essere lupi mannari si dice venissero bruciate e non sotterrate proprio per evitare il
loro ritorno sotto forma di vampiro.

Il primo film sui lupi mannari di cui si trova traccia è della Universal Studios intitolato Werewolf of London (Walker 1935) arrivato in Italia con il titolo di Il segreto del Tibet. Il protagonista fu Henry Hull che interpretò Wilford Glenton, un botanico inglese. Durante un viaggio in Tibet viene aggredito e morso da una misteriosa creatura. Quando si trasforma in uomo lupo ha un istinto innato per cacciare e uccidere salvo pentirsi a cose fatte. Nel finale viene ucciso a colpi di arma da fuoco e così può tornare alla sua forma umana appena prima di morire.

 

Il film non fu un grande successo, all’epoca venne accusato di essere troppo simile al Dottor Jekill e Mr Hide (Mamoulian1931). Gli anni sono passati e oggi i critici lo indicano invece come un grande classico. Una somiglianza tra i due film è innegabile perchè in entrambi ogni volta che il personaggio si trasforma diventa sempre più simile ad un animale suggerendo una progressione
nello sviluppo del mostro ma le storie traggono origine da fonti diverse. The Wolf Man (Waggner 1941) con Lon Chaney Jr. è più conosciuto dei precedenti e per la Universal fu un successo al
botteghino tale da sdoganare il lupo mannaro come personaggio classico appartenente al mondo del cinema horror. Successivamente Cry of the Werewolf (Levin 1944) porta al grande schermo per la prima volta una donna lupo, bisognerà però aspettare fino al più recente Ginger Snaps (Fawcett
2000) perchè un’altra donna lupo sia d’impatto sulla scena. Il lupo mannaro tende ad essere una figura mascolina, aggressiva e ferale ma Ginger Snaps è un buon film e anche il sequel non è male, magari in futuro ci saranno altri film con protagoniste lupo.

 

 

L’invasione di massa, la bomba atomica e la scienza che diventa “cattiva” ispirano film che ci trasportano verso nuovi orizzonti, la crescita del genere horror con elementi fantascientifici è stata
esponenziale a partire dagli anni ’50 quando anche la fantascienza ha avuto un grande impulso e siamo sicuri che ci sono le premesse per una nuova età dell’oro del genere. Film come The Thing from Another World (Noby 1951) o La cosa da un altro mondo, War of the Worlds (Hasukin
1953) o La guerra dei mondi, e The Day the Earth Stood Still (Wise 1951) sono eccellenti esempi di questo incrocio.

 

 

 

Gli anni ’50 sono stati anche il periodo della ripresa dei film con i fantasmi, forse la più antica forma di horror connessa a storie brevi, racconti, romanzi e folklore. Il successo venne da Incubi notturni o Dead of Night (Cavalcanti 1945) degli Ealing Studios (un must da vedere ancora oggi. )

The House on Haunted Hill (Castle 1959) emerge dalla massa in parte perchè è emozionante e in parte perchè è simile a Psycho (Hitchcock 1960) nell’introdurre l’idea del serial killer psicopatico. L’eccentrico milionario Frederick Loren (Vincent Price) invita cinque persone ad una festa promettendo ad ognuna di loro 10.000 dollari se fossero riusciti a rimanere tutta la notte (vivi).
Al loro arrivo a ognuno viene data una pistola per proteggersi. La moglie del milionario cerca di avvisare gli ospiti che la salute mentale del marito è degenerata ma ovviamente non gli crede nessuno. La storia è un mix tra una ghost story e un poliziesco con gli ospiti che danno la caccia a un killer che può o non può essere un fantasma. Ci sono parecchi elementi horrorifici con l’emergere di uno scheletro da una vasca di acido, probabilmente il cadavere di Vincent Price. Un trucco che verrà replicato nei cinema durante la proiezione negli U.S. con uno scheletro vero che passando tra gli spettatori regala loro cestini di pop-corn. Il regista del film, Castle, creò parecchi film catalogati di serie B come Percepto (The Tingler 1959) che spaventò gli spettatori nelle poltrone, Illusion-O (13 Ghosts 1960), che utilizzava occhialini con lenti di cellophane blu e rosse (avete presente gli occhialini per guardare i film 3D?) e un discreto Homicidal (1961).

 

Norman non vede l’ora di presentarvi la mamma

 

La questione delle case infestate non era una novità quando uscì The Ghost goes West (1935) dove un uomo d’affari americano compra un castello scozzese e lo trasporta un mattone alla volta in America a sue spese. Peccato che il castello è infestato da un fantasma. Ci sono poi le persone che vengono perseguitate come in The Haunting (Wise 1063) che racconta le psicosi della protagonistaEleanor.

Il genere horror riflette, sin dalla sua nascita, le preoccupazioni della società (paura della scienza, bombe atomiche, gli alieni) e gli studi sulla psicologia umana che si sono evoluti durante il ‘900 hanno dato una spinta significativa allo sviluppo. Dai primi studi di Freud agli odierni studi effettuati con il supporto della medicina la strada fatta è tanta. In The Haunting è stato utilizzato il bianco e nero per scelta del regista, all’epoca già c’erano i colori, per enfatizzare alcune scene. Il regista firmò un accordo dove accettava la piena responsabilità degli effetti che la visione del film avrebbe avuto sul pubblico e fu utilizzata anche una lente sperimentale per distorcere alcune delle immagini e renderle più disturbanti. Il film fu un successo e Wise iniziò la serie di film dove l’horror si ispira a ciò che è sconosciuto piuttosto che alla morte fisica o psichica di qualche personaggio. Il film rifiuta di risolvere molti dei quesiti che pone allo spettatore ma lascia che sia lo spettatore stesso a trovare le risposte. Ad esempio il regista non mostra mai un fantasma direttamente, quindi questa diventerà una storia di fantasmi senza fantasmi. È l’immaginazione degli spettatori a creare i fantasmi rendendo il film personale. Tutto viene suggerito per coinvolgere lo spettatore, una lezione importante dimenticata nel remake del 1999.

Amici lettori del mistero la storia ci dice che fu La notte dei morti viventi di Romero a iniziare la storia dell’horror moderno, ma c’è ancora molto da scoprire e come vi ho anticipato ora che abbiamo parlato dei film più importanti è ora di parlare un po’ dei sottogeneri….pronti?

Dalla sabbia di Arrakis all'elio3 sulla luna: esploriamo le miniere della fantascienza

 Ecco che ritorna la rubrica dello sci-fy Inchiostro verde fluorescente per occuparsi di temi della fantascienza. Stavolta strapazziamo qualche autore che ha deciso di inserire nella sua opera la mineralogia e il lavoro nelle miniere a volte in modo credibile altre molto meno e vediamo come saperne di più divertendoci per valutare la qualità di quello che stiamo leggendo. Perché c’è romanzo e romanzo e noi vogliamo leggere storie sensate.

Quest’anno mi è capitato tra le mani il libro La quinta stagione di N.K Jemisin che tratta di fantascienza-fantasy e ipotizza che in un futuro lontano l’umanità svilupperà la capacità di controllare “la terra” e che andremo verso l’apocalisse, per farvela breve. Il tema trattato nel libro è un mix mineralogico tra gemmologia, geologia, vulcanologia e roba totalmente inventata. Le conoscenze mineralogiche che l’autrice ci mostra non sono nemmeno medie da film. Da semplice appassionata di mineralogia posso sostenere di saperne molto più di lei. Alcuni mi risponderanno che l’autrice voleva parlare di problemi sociali e non di mineralogia, e io rispondo che allora avrebbe fatto bene ad evitare di dare così tanta rilevanza a un tema di cui non aveva conoscenze o forse le aveva ma non ha saputo creare un mondo coerente per la sua storia. E allora mi si risponderà che non si tratta proprio di sci-fy ma è più un fantasy, e io rispondo che non conta il genere ma noi vogliamo leggere opere credibili e il fantasy non fa eccezione. Anche La figlia del drago di ferro parla di minerali e di sostanze alchemiche ed è credibile. Vediamo anche i prossimi esempi. 

Una fotografia fatta da me all’interno del museo della miniera di Pezzase (BS).

Trattiamo di un’opera di cui ho già parlato nel sito: Luna Nuova di Ian McDonald che crea un intero impero economico basato sull’estrazione mineraria sulla luna. Un ambientazione credibile, basata su conoscenze di economia e mineralogia. Un futuro probabilistico ma molto realistico, la storia e i personaggi possono piacervi o meno ma il mondo è costruito con particolare attenzione proprio a partire dall’estrazione mineraria dell’elio3 sulla luna che arricchisce un gruppo ristretto di persone, che non ha intenzione di lasciare ad altri la propria fetta. Vengono mostrati i macchinari utilizzati per l’estrazione, vengono mostrate le problematiche tecniche legate al lavoro in un ambiente con una gravità diversa da quella terrestre e la divisione del lavoro tra tecnici specialisti e miseri operai. L’autore ha ipotizzato un mondo di cui affronta anche i possibili problemi sociali legati ad un modello economico totalmente liberista dove si paga anche l’aria da respirare e chi non ha i soldi può morire intossicato dalla propria anidride carbonica e beve la propria urina riciclata nelle tute spaziali. Potrebbe succedere? Sappiamo benissimo che c’è gente che non aspetta altro che farci fare quella fine. E ora il prossimo.

Altro libro che parla delle conseguenze a lungo termine dell’estrazione mineraria intensiva ed esclusiva, anche se in questo caso non è un vero e proprio minerale ma una droga è Dune di Frank Herbert. Anche qui ci sarebbe moltissimo da dire ma quello che interessa in questo momento è che il sistema economico di un impero è totalmente basato sull’estrazione e sul commercio universale di Melange, ed è realistico. Vengono utilizzate macchine per estrarre la droga dal deserto e risentono delle condizioni ambientali, i lavoratori sono sfruttati e sottopagati. Certo, il Melange non esiste e neppure le BeneGesserit che praticano la selezione genetica ma nulla vieta in futuro che qualcosa del genere non venga scoperto in un qualche lontano pianeta. Molta rilevanza viene data ai problemi sociali del popolo di Arrakis costretto a nascondersi nel deserto fino al momento della ribellione, guidata dal protagonista. 

A questo punto il mio invito a voi come lettori appassionati del genere o scrittori è quello di fare sempre attenzione ai dettagli che trovate nelle storie. Ci vuole poco per capire se il libro che stiamo leggendo è credibile oppure se è i contenuti non stanno in piedi e sono frutto di una fantasia non ragionata.

Se non sapete niente di minerali e miniere basta leggervi dei buoni articoli  o un buon libro a tema per trovare qualche dettaglio utile, ma di questo parleremo nel prossimo articolo sulla scrittura. Se siete appassionati di viaggi, senza andare nel deserto o sulla luna c’è la possibilità di farvi una gita fuori porta di una mezza giornata e visitare una miniera. Si chiama turismo minerario ed è presente in tutta Italia. Io ovviamente per comodità faccio riferimento alla Lombardia anche perché quelle che ho visitato si trovano in questa regione.

L’interno della galleria principale dove non si vede nulla e la luce moderna basta appena.

In Lombardia ci sono diversi siti minerari dismessi che sono stati resi visitabili a fini conoscitivi e turistici. Ci sono percorsi all’interno delle miniere e musei da visitare che permettono di valorizzare il territorio con tutte le sue risorse e salvaguardare un patrimonio e una memoria storica che appartengono a tutti noi. Ad oggi si contano in tutta la regione otto siti aperti.

Io personalmente posso consigliarvi la visita ai siti che si trovano lungo la Via del ferro e delle miniere della Valtrompia. Fate un salto a Pezzase a vedere la miniera Marzioli e a Collio per visitare la miniera di S.Aloisio Tassara, entrambe in provincia di Brescia visitabili a pagamento. 

Le gallerie sono anguste e qui la temperatura è di 10° circa tutto l’anno

Vi parlo di questo per farvi vedere quanto poco ci voglia per raccogliere informazioni e curiosità e può anche essere divertente, mentre gli autori pigri a cui piace stare sul divano a fantasticare sono molto meno divertenti.

La miniera Marzioli di Pezzase fu aperta nel 1886 per estrarre siderite, barite ma anche fluorite, venne chiusa nel 1978 a causa della scarsa produttività e di una frana nella galleria principale. Visitare uno di questi luoghi fa entrare in un mondo diverso, sotterraneo, buio e segreto dove possiamo trovare la vita e gli oggetti di uso quotidiano di chi ci ha trascorso tutta la vita ed è poi stato dimenticato dalla storia ufficiale ma ha ancora tanto da raccontare.

Un giro in questi posti oltre che essere divertente vi darà una idea di come funzionava il sistema legato all’estrazione dei mineraria, gli attrezzi che usavano e com’era la vita dei minatori: uomini “minadur” che lavoravano nelle gallerie strette e umide al buio, ragazzi e bambini “galecc” che a partire dagli 11 anni si dovevano guadagnare da vivere e donne “taissine” che selezionavano a mano il minerale estratto e separavano quello buono dallo scarto, ma poi dovevano occuparsi anche dei lavori domestici e agricoli. 

Per privacy ho coperto il volto della guida per mostrarvi l’abbigliamento moderno di chi lavora in questi luoghi. 

Tutti i lavoratori abitavano nei paesi dei dintorni ed erano particolarmente esposti a disturbi e malattie legati al lavoro che facevano. Nei primi anni di vita della miniera di Pezzase i metodi di gestione del lavoro erano manuali rendendo il tutto pericoloso ed estremamente faticoso, solo negli anni precedenti la chiusura si sono adottate macchine che hanno semplificato l’estrazione, maschere per non respirare polveri, caschi per proteggere la testa e tappi per le orecchie. Nei primi tempi il casco era un cappello imbottito dal lavoratore con stracci e niente filtrava l’aria che veniva respirata nelle gallerie o proteggeva dai rumori.

Ogni oggetto, ogni capo di vestiario e ogni attrezzo aveva un nome specifico in dialetto bresciano locale. Mi scuso se non ho scritto le parole nel modo corretto ma non ho idea di come si scrivano gli accenti in dialetto.

Qui potete vedere il canale che attraversa tutta la miniera, nei livelli più alti l’acqua era pulita e la usavano per bere mentre dove l’acqua non era potabile la usavano per fare i bisogni.

Le squadre di uomini, consapevoli dei rischi che correvano, si inerpicavano tra i vari livelli che costituivano il sistema delle gallerie estrattive con scale traballanti e la sicurezza sul lavoro era l’ultimo dei problemi visto che venivano pagati in base a quanto materiale buono riuscivano ad estrarre. I pericoli principali riguardavano la caduta nel fornello (un camino dove veniva rovesciato il materiale raccolto in livelli superiori per conservarlo nei carrelli fino al momento di portarlo fuori), il crollo delle volte, gli allagamenti, le esplosioni (per creare nuove gallerie) e l’investimento da parte dei vagoni che trasportavano il minerale.

Il rumore assordante dei martelli ad aria compressa usati per scavare nuove gallerie rendeva impossibile parlarsi e con il tempo danneggiava l’udito. L’illuminazione con le lampade ad acetilene o “centelena” era scarsa. Gli ambienti erano bui, stretti, umidi e saturi di polveri per questo gli uomini si ammalavano di silicosi che rendeva i polmoni rigidi e incapaci di funzionare. 

Questi erano gli attrezzi da lavoro, non venivano forniti dal padrone ma ogni lavoratore aveva la sua cassetta personale.

Certo stiamo parlando di un secolo fa ma non dobbiamo dimenticare che in molte parti del mondo, come africa o asia, le condizioni di lavoro non hanno fatto grandi passi avanti. 

Se volete visitare le miniere date un’occhiata al sito internet (non vi riporto il link perché i siti sono più d’uno e cambiano) dove potrete vedere i periodi di apertura e gli orari e prenotare la vostra visita.

Campioni di roccia estratta dalle miniere ed esposti al museo.

Per potervi raccontare queste poche curiosità mi è bastata la gita fuori porta di una mattina. Se uno scrittore è interessato a inserire in un romanzo una ambientazione ispirata alle miniere e alla mineralogia ma non si informa, non visita questi luoghi, è pigro. E il risultato sarà che noi lettori avremo tra le mani un’ opera mediocre. Vi sembra forse che io abbia nominato ampie grotte sotterranee illuminate a giorno da geodi e  gemme alte metri e metri su cui si reggono interi continenti? Filoni di minerale lunghi chilometri e chilometri che collegano intere nazioni? Ok basta, non ce la posso fare.

Il mio invito quindi, che voi siate autori o lettori è quello di non essere pigri e pretendere che le opere che avete tra le mani siano credibili.

Buona lettura e alla prossima!

What if… fantascientifico: sviluppiamo idee per nuovi mondi!!

 

Avete preso nota delle vostre idee e
degli spunti che avete trovato in giro?

Ok, perfetto, oggi vediamo insieme un
esempio di come un’ idea qualsiasi può essere trasformata in una
possibile storia fantascientifica. Ricordatevi però di leggere
spesso le annotazioni che avete preso. Questo vi aiuterà a trovare le parti più interessanti e a utilizzarle come punto di partenza per
le vostre storie.

Il maestro è di nuovo con noi per assicurarsi che mettiate insieme idee che abbiano un senso. 

Per il nostro esempio di annotazione
fingiamo di utilizzarne una presa nel corso di un pomeriggio qualsiasi, durante un viaggio in metropolitana, in autobus o in treno.
Potrebbe essere:

Due donne sul treno indossano lo
stesso profumo. Alcuni odori richiamano alla mente posti e persone.
Immagino qualcuno che non mi piace e indossa il profumo del mio
fidanzato. Come mi farebbe sentire? L’uomo vicino a me ha il
raffreddore. Le sue mani sono coperte di anelli d’oro e continua a
strofinarsi le dita. I suoi anelli sono grandi, forse hanno un
significato per lui? Si morde le unghie, si soffia il naso. Mi da
fastidio perchè non voglio prendermi quello che ha lui.

Una nota del genere sembra non avere
nessun senso ma con i collegamenti giusti può facilmente essere
sviluppata in un pezzo di fantascienza giocando con il famoso What
if…?
.

Leggendo la nota sopra potremmo
chiederci: e se il profumo fosse usato per creare artificialmente
emozioni? E se le emozioni o i ricordi potessero essere tolti dalla
memoria umana e archiviati in oggetti di uso comune?

Lasciatevi guidare dai vostri pensieri
e dalle vostre idee.

Scrivete i punti che secondo voi sono
più importanti, le idee e i collegamenti che più vi entusiasmano ed
espandeteli con maggiori dettagli esplorando tutte le direzioni che
ritenete più originali, in fondo sarete gli unici a leggere queste
note, non devono essere perfette e ordinate. Sperimentate, seguite
anche le direzioni più assurde e vedete dove vi portano. Tenetevi
strette quelle più strane, non importa quanto possano essere
oltraggiose o diverse. Se sentite che una scena si sta sviluppando o
se l’immaginazione va in una specifica direzione seguitela!

Accumulate le idee e le annotazioni e
create un archivio.

Le piccole note, i brevi lampi di un
momento, solitamente portano le idee migliori.

Continuiamo con il nostro esempio. La nota sulla memoria umana archiviata
negli oggetti può essere sviluppata in molti modi. Si può
costruire una storia breve riguardo un nuovo tipo di oggetto/composto
bio-metallico dove si immagazzinano i ricordi delle persone. Con un
metallo del genere potrebbero essere fatte le fedi del matrimonio per
condividere i ricordi, con tutte le conseguenze del caso. Oppure
potremmo mostrare lo sviluppo segreto di questa tecnologia da parte
di uno scienziato pazzo che la utilizzerà per vendetta o per
arricchirsi Forse quest’uomo vendendo gli anelli da lui creati ruba
la memoria delle persone.

Io ho messo anelli d’oro ma possono essere di qualsiasi colore. 

Quest’idea da sola ovviamente non
basta, dobbiamo portarla oltre con altri collegamenti. Ad esempio se
l’oggetto può immagazzinare i ricordi, le persone potrebbero essere
disposte a venderli? Oppure le persone potrebbero diventare
dipendenti dal passato? Ci potrebbe essere un mercato nero per i
gioielli della memoria? Le persone potrebbero confondere il proprio
passato con quello di qualcun altro?

Inoltre non possiamo evitare di
affrontare problemi come da dove viene il bio-metallo e di come
possiamo inserire la memoria dentro, come possiamo controllare il
processo?

Ricordiamoci che stiamo creando una
intera nuova realtà, un mondo immaginario che sarà abitato da
persone, dove ci sarà una economia una religione e uno stile di
vita. Il luogo dovrà essere perfetto per ambientare la nostra
storia.

Osservate il mondo e immaginate quanto
poco possa bastare per renderlo diverso, in questo modo creerete e
svilupperete idee valide non solo per la fantascienza ma anche per il
fantasy.

Che il vostro sia un mondo futuro, un
pianeta alieno o una realtà alternativa con draghi e nani, scoverete
più dettagli di quanti possiate usare in una storia sola. Questo è
bene perché le vostre annotazioni non andranno buttate via ma
potranno essere archiviate per uno sviluppo futuro in altre storie.

Se siete consapevoli di tutti i
dettagli dell’ambientazione e ne avete il controllo la sensazione che
ne trarranno i lettori sarà quella di una maggiore realismo.

E ora via libera alla vostra
immaginazione e a tutti i collegamenti che possono venirvi in mente.

Buona lettura e alla prossima.