Biografie poco conosciute di grandi personaggi storici

Un saluto a te lettore dell’ignoto. Oggi ti parlo di biografie di personaggi che hanno fatto la storia ma che in Italia conoscono in pochi, ti va di sfogliarne qualcuna con me?

In questo periodo storico, con le elezioni presidenziali americane alle porte e il movimento Black Lives Matter che ancora chiede giustizia e uguaglianza tra bianchi e neri, il pensiero di personaggi storici come Abramo Lincoln o George Washington è più che mai attuale. In più, diverse delle opere che ti propongo, hanno vinto prestigiosi premi letterari come il premio Pulitzer, un motivo in più per darci un’occhiata.

Sono certa che a un certo punto mi farai notare che alcuni libri oggi si possono trovare solo in inglese e che sono vecchi, giusta osservazione, se non mastichi l’inglese io posso consigliarti di approfondire il personaggio con un’opera di un altro autore. Alcuni dei personaggi di cui ti parlo sono talmente famosi che esistono decine di biografie in tutte le lingue e poi ricordati che ci sono i mercatini dell’usato e le biblioteche dove si trovano spesso volumi che sul mercato sono a volte difficili da reperire. Ma torniamo a noi.

Il padre della biografia moderna è ritenuto James Boswell che è presente nel mercato librario sin dal diciottesimo secolo con la sua biografia di Samuel Johnson che fu pubblicata nel 1791, solo due anni prima della pubblicazione in inglese del più vecchio tra i libri che vi propongo. Ho selezionato una decina di opere che ci parlano di personaggi le cui storie e il cui pensiero hanno fatto la storia della letteratura e della politica, vediamo quali:

1. Iniziamo il nostro viaggio con l’autobiografia di Benjamin Franklin. Di sicuro sai di chi parlo. Fu presidente degli States e fu uomo della strada, intelligente e arguto, in grado di comprendere le debolezze e i punti di forza del suo tempo per costruire una nazione.

2. Il viaggio continua con l’autobiografia di Frederick Douglas pubblicata nel 1845 e che ti racconta delle comunità afro americane e di come uomini virtuosi e forti erano tenuti in catene come animali.

Ognuna di queste due autobiografie ci mostra l’intrigante storia della ascesa del proprio autore. Sono uomini di quelli che si sono fatti da sè approfittando di ogni occasione ma con delle differenze sostanziali notevoli: Franklin fu uomo bianco che potè sfruttare la sua intelligenza e il suo lavoro etico fin da subito nella sua vita, Douglas non potè fare alcun utilizzo del suo grande potenziale come uomo finchè non fuggì dalla schiavitù. Uomini simili ma con percorsi di vita diversi.

3 Cotton Mather, l’uomo che influenzò le politiche di Benjamin Franklin. La sua vita è narrata in una superba biografia di Kenneth Silverman: La vita e i tempi di Cotton Mather, che vinse il premio Pulitzer per la biografia e il Bancroft Prize. L’autore toglie dalla figura di Mather il velo dello stereotipo e rivela di lui un lato umano unico e affascinante raccontando anche del processo di Salem.

Le prossime tre biografie riguardano uomini affascinanti, ognuno di loro lascerà un segno indelebile nel ventesimo secolo: W.E.B Du Bois, Lyndon Baines Johnson ed Elvis Aron Presley.

4 David Levering Lewis, il biografo di Du Bois ci riporta una analisi fluida e leggibile delle condizioni in cui vivevano gli afro americani e della vita straordinaria di un uomo che visse fino a novantacinque anni (1868 – 1963). Il sottotitolo del suo primo volume Biografia di una Razza rende chiaro il fatto che la vita di Du Bois riflette e aiuta a formare un opinione riguardo le condizioni di vita del protagonista e dei suoi pari.

5 Robert Caro si è occupato della controversa figura di Lyndon Baines Johnson, presidente degli Stati Uniti. I libri che compongono questa biografia sono quattro ma il più interessante è certamente il primo che traccia la strada che ha portato LBJ al potere.

6 Elvis Presley: The King. Non un uomo di politica, regnò in un mondo completamente differente da quello di Du Bois e di LBJ ma la biografia di Guralnick non è meno seria delle precedenti ed è scritta molto bene. L’ultimo treno per Memphis con i suoi due volumi ci racconta la vita del re senza ammantarlo della solita aura mitica e senza condannarlo per le sue mancanze.

Tre dei libri che vi propongo qui sotto sono gruppi di biografie, ci raccontano la storia di persone diverse che hanno condiviso tempi e stili di vita.

7 Gli eminenti vittoriani, di Lytton Strachey del 1918, ci introducono nell’Inghilterra vittoriana con il racconto delle loro vite. Ovviamente la nostra reazione dovrà essere di sdegno per cotanta intraprendenza.🧐

8 C’è poi l’intrigante opera Il cinque di cuori di Patricia o’Toole sul circolo di amicizie di Henry Adams, pubblicato nel 1991. Ci racconta la vita, e la morte, di cinque personaggi famosi puntando i riflettori sulla loro amicizia.

9 Le talentuose sorelle Peabody ci vengono raccontate dalla penna di Marshall nel suo libro Le sorelle Peabody pubblicato nel 2005.

10 Per ultimo vi consiglio Il pappagallo di Flaubert di Julian Barnes. Si tratta di un ritratto unico e se mi credi ha molto da insegnarti su Flaubert e su come si scrive una buona biografia moderna.

La lista sarebbe ancora lunga, di buone biografie la fuori è pieno, ma credo che per ora possa bastare.

Caro lettore dell’ignoto ti auguro una buona lettura e alla prossima. 👋🥰

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Charles Dickens: l'inghilterra del 1800 con le sue grandi speranze e disperate illusioni

Benvenuto lettore dell’ignoto, come avrai notato anche tu sono un paio di mesi che non ti posto un buon invito alla lettura. Oggi torno di nuovo a parlarti di un autore di cui mi sono già occupata in passato: Charles Dickens.

Lo scorso articolo avevamo parlato del natale e del suo racconto Canto di Natale, stavolta sotto la nostra lente d’ingrandimento è finito il romanzo Grandi speranze o in inglese Great Expectations. Personalmente ritengo che Dickens fu uno dei migliori scrittori della sua epoca con una sensibilità verso i problemi sociali che pochi altri fino a quel momento hanno saputo riportare su carta. E non solo. Grandi speranze è considerato uno dei più grandi e sofisticati romanzi dell’autore e un classico della letteratura vittoriana con centinaia di adattamenti teatrali.

 

 

Nel capitolo otto di questa novella il giovane narratore in prima persona annota con il suo spirito fanciullesco quanto dovesse essere felice lo Zio Pumblechook, proprietario di un negozio di semi, di avere “così tanti piccoli cassetti nel suo negozio”. Il Pip bambino sbircia dentro i cassetti e vede semi di fiori e bulbi “impacchettati in carta marrone“ e si chiede se quei bulbi e semi non abbiano voglia di “uscire dalle loro prigioni e fiorire“. Che espressione meravigliosa, inconscia del suo stato! Un bambino intelligente, ricettivo e sensibile, l’orfano Pip viene allevato da una vecchia e malinconica sorella e dal mite zio Joe, un fabbro illetterato. I tre vivono nel mondo classista dell’inghilterra del primo 19° secolo. Il Pip bambino vive come rinchiuso in una borsa serrata all’interno di una scrivania. Pip avrà bisogno delle abilità di Houdini per bruciare i limiti della sua prigione e prendere il volo.

Le osservazioni di Pip ci accompagnano alla scoperta delle disuguaglianze di cui farà esperienza; soprendentemente il suo primo scontro con il mondo dei ricchi arriverà presto. Pumblechook lo porta nella casa dell’eccentrica Miss Havisham che vive con la sua figlia adottiva Estrella, una ragazza altezzosa con circa la stessa età di Pip. Qui impara a conoscere le fitte del risentimento, l’umiliazione degli sguardi di disprezzo per i suoi stivali logori e le esclamazioni di disgusto al suo dialetto da classe operaia. (“ Questo ragazzo è Jack dei furfanti! “ disse Estrella durante un gioco di carte).

 

 

La sceneggiatura è complessa con personaggi che attraversano e ri-attraversano le strade che li portano a incrociare la vita del protagonista nel suo paesino natale, a Londra e perfino in egitto. Non farò nulla per spoilerarvi le sorprese riservate a chi legge per la prima volta l’opera. Per chi di voi ne avesse la possibilità consiglio anche la lettura in lingua originale per apprezzare meglio la musicalità del linguaggio dell’autore: “violent blasts of ran” ,”rages of wind”, e “gloomy aloomy accounts…from the coast of shipwreck and death”.

I lettori del romanzo si innamoreranno della ricca galleria di personaggi proposti. Il prigioniero fuggito Magwitch che chiede aiuto a un terrificato Pip il quale raggiunge i ranghi del crimine rubando cibo e bevande dalla casa della sorella che lo ospita. La rancorosa Miss Havisham che vive nel suo abito da sposa con una torta nuziale coperta dalle ragnatele dimenticata su di un tavolo. Il potente avvocato Mr.Jaggers con la testa piena degli oscuri segreti dei suoi clienti e con le mani che devono essere lavate col sapone profumato dopo ogni appuntamento. L’assistente di Jaggers, il signor Wemmick: guardiano di una proprietà immobiliare, impeccabile sul lavoro e amorevole assistente del vecchio padre a casa.

Anche in questa opera Dickens si rivela il genio dei dettagli. Il suo talento è così prodigo che a volte un personaggio presente in una frazione di pagina può rimanere impresso nella memoria del lettore per sempre: un esempio è il ragazzo di Trabb (se leggerete il libro lo troverete di sicuro) che è in grado di smontare la falsa arroganza di Pip con tre parole e un sogghigno: “Don’t know ya!”.

 

 

 

Il libro è un Bildungsroman, un racconto di crescita, come gli altri che vi presento in questi mesi, ma si distingue per il messaggio. Noi seguiamo Pip dall’età di sette anni fino a quando raggiunge i ventirè; il capitolo finale vede Pip nei suoi trenta. Il nostro protagonista passa da un promettente inizio con grandi aspettative (come dice il titolo), a una vita da gentleman, la vita di un giovane uomo che ha bisogno non di sporcarsi le mani con il lavoro ma piuttosto di vivere sulle spalle di un benefattore anonimo. Il suo seme germoglia ma l’atmosfera calda di una vita agiata non guadagnata con le proprie forze e attraverso i propri meriti lo fa diventare cieco. Il romanzo ha una morale profonda e ancora attuale che cattura il lettore moderno durante le quasi cinquecento pagine.

La storia si presenta con due finali alternativi. Il primo scritto da Dickens stesso, il secondo venne composto su consiglio del popolare scrittore Sir Edward Bulwer-Lytton, che ispezionò le bozze e propose a Dickens di rendere il finale più solare. Oggi le ristampe presentano entrambi i finali e ognuno di noi può decidere quale è il suo preferito… un consiglio secondo la mia opinione: chi oggi ancora legge Bulwer-Lytton?

E anche per questo consiglio di lettura è tutto. Spero tanto di averti invogliato a prendere in mano un buon romanzo per rilassarti un po’. Un caro saluto e alla nostra prossima avventura nel mistero.

Alice Tonini

E voi conoscete le sorelle Peabody?

La biografia di cui parliamo oggi ha come autrice Megan Marshall vincitrice del premio Pulitzer e il titolo è The Peabody Sisters, Tree women who Ignited American Romanticism; per chi di voi non mastica l’inglese oggi parliamo della biografia delle sorelle Peabody, tre donne che hanno acceso il romanticismo in america. Un’altro libro sconosciuto qui da noi ma che in america ha spopolato tanto da arrivare tra i finalisti del premio Pulitzer stesso.

La prefazione di Megan Marshall descrive il suo libro come “la storia di tre vite intrecciate, le protagoniste abbracciarono la loro identità di gruppo e si impegnarono per raggiungere una piena indipendenza”. Le vite delle sorelle Peabody Elizabeth (1804-1894), Mary (1806-1887) e Sophia (1809-1871) coinvolgono virtualmente l’intero diciannovesimo secolo, eccezion fatta per il breve epilogo: la Marshall troncò la storia nel 1843.

Perchè mai dovremmo leggere di queste tre sorelle che vissero a Boston e a Salem? Posso rispondervi che ci interessano genericamente perchè contemporanee delle sorelle Bronte e anche delle cinque sorelle Bennet, personaggi di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.

Sono tre figure semi-sconosciute ma molto curiose: quelle sorelle così talentuose si ispirarono a vicenda o invece furono d’intralcio l’una all’altra? Importò l’ordine di nascita? Quanto contò l’esempio dei genitori?

Ma Elizabeth, Sophia e Mary ci interessano anche per la loro storia personale, per le loro particolarità. Chi erano queste donne? La risposta più semplice è che Mary sposò Horace Mann, un riformatore educazionale. Sophya fu moglie di Nathaniel Hawthorne, lo scrittore famoso. Elizabeth rimase single e fondò gli asili nido negli Stati Uniti. Ma come ogni risposta semplice quello che vi ho detto non vi dice nulla perchè furono anche donne colte e raffinate che frequentarono i migliori salotti dell’epoca.

Elizabeth Peabody, fondatrice degli asili nido

Questa biografia si preoccupa di mostrarci le sorelle negli anni prima di questi matrimoni, gli anni in cui Elizabeth e Mary passarono da una scuola all’altra. Aiutavano la famiglia ad arrivare a fine mese ma allo stesso tempo erano profondamente interessate alla pedagogia e agli studi individuali. Questi furono gli anni in cui Sophia, artista talentuosa, era costantemente a letto, esentata dalle responsabilità della famiglia per colpa di misteriosi dolori (pensate ad Alice James) che svanirono dopo il matrimonio (pensate ad Elizabeth Barret).

Sophia, la pittrice 

La biografia inizia con la vita di Elizabeth Palmer (più tardi Peabody) che divenne la madre del talentuoso trio di sorelle e (questa è un’altra storia) di altri tre fratelli fannulloni e perdigiorno. Verrete immersi nell’atmosfera di Boston e farete la conoscenza delle donne di quella città che amavano definire sé stesse come idealiste pratiche, un tema che tornerà anche nella generazione successiva.

Mary donna colta e scrittrice 

È una biografia che ben traccia la ricchezza della storia sociale dell’epoca. Gli avvelenamenti da mercurio causati ai bambini lattanti, le tecniche educative innovative adottate nelle scuole per ragazze, la vita in una piantagione di caffè cubana. E ci delizia la storia intellettuale delle sorelle che interagiscono con William Ellery Channing, Ralph Waldo Emmerson, Margareth Fuller, Washington Allston, e Bronson Alcott. E personalmente trovo divertente la relazione non ortodossa con il vedovo Horace Mann e il breve fidanzamento con Nathaniel Hawthorne, che Shopia dichiarò “carino come Lord Byron”, prima che ogni sorella prendesse marito. 

L’epilogo ci racconta che Mary divenne una scrittrice pubblicata dopo il matrimonio e i figli, Sophia dopo la maternità non dipinse più, il fratello sopravvissuto Nat si rifiutò sempre di impartire alle proprie figlie qualcosa di più di una semplice educazione da elementari. A noi resta da riflettere su questo intreccio di vita, arte, e ruoli di genere e ci sentiamo trasportati lontano dopo le 452 pagine di testo frutto di quasi vent’anni di lavoro autoriale di ricerca.

Per altre interessanti biografie familiari di scrittori americani del diciannovesimo secolo date un occhiata alla biografia epistolare The Emerson Brothers: a fraternal Biogaphy in Letters edito da Ronald A. Bosco e Joel Myerson, e The Jameses: a Family Narrative scritto dal professor R.W.B.Lewis, noto americanista. Per informazioni sulle sorelle Bronte invece date una occhiata al libro di Lucasta Miller The Bronte Myth.

Buona lettura a tutti e alla prossima.

Alice Tonini