Scopriamo insieme le prime storie di fantasmi: torniamo nell'antica mesopotamia

 Oggi torna la rubrica inchiostro nerofumo con un
super articolo e come al solito parliamo di horror e parliamo di
storia.

Partiamo subito con una domandona:
credete nell’esistenza dei fantasmi?

Potreste rispondere a questa domanda in
due modi: chi crede al soprannaturale e chi invece etichetta tutto
come cosa per creduloni.

Ma se facciamo qualche passo indietro
nel tempo e andiamo tra il Tigri e l’Eufrate troviamo una intera
civiltà che per più di tremila anni si è evoluta con l’assoluta
certezza dell’esistenza dei fantasmi e che ogni giorno aveva a che
fare con demoni e spiriti.

Una tavoletta mesopotamica di 5.000
anni è stata scoperta dagli archeologi inglesi qualche anno fa e
riporta trascritte le prime e più antiche storie di fantasmi di cui
siamo a conoscenza.

Oggi sappiamo che nell’antica civiltà
mesopotamica i fantasmi erano parte della vita di tutti i giorni. Ma
quali erano le leggende e le tradizioni assire e babilonesi legate ai
fantasmi?

L’antica Mesopotamia corrisponde agli
attuali territori di Iraq e Siria (circa). La civiltà preistorica di
cui parliamo ha trascritto molte informazioni che sono giunte sino a
noi, dalle registrazioni contabili commerciali fino alla mitologia,
utilizzando la scrittura cuneiforme, uno dei primi sistemi di
scrittura conosciuti. Gli scribi usavano tavolette di argilla e
iscrivevano le storie raccontandoci di come i fantasmi fossero una
forza soprannaturale molto influente nella vita delle persone:
potevano richiedere sacrifici, causare malattie e portare sfortuna.

La dea dell’amore ma anche della guerra Ishtar si assicurerà che capiate tutto alla perfezione!!

I fantasmi risorti dei morti non erano
ospiti casuali per gli antichi mesopotamici, invece di passare
inosservati facevano apparizioni frequenti ed erano parte del mondo
naturale come le piante o gli animali.

Lo sapevate che i cimiteri in
mesopotamia erano molto rari? I morti venivano seppelliti accanto
alla casa o addirittura all’interno dell’abitazione. Quando qualcuno
manifestava segni di una infestazione si credeva fosse a causa di
questi antenati seppelliti sotto i piedi. Questa vicinanza voleva
anche significare che i fantasmi erano parte della routine familiare
di ogni giorno. In famiglia c’era chi cucinava, chi puliva, e poi
c’era un membro responsabile per la cura delle relazioni con i
defunti. Solitamente era il figlio maggiore che ogni giorno si recava
a portare le offerte sulle sepolture degli antenati. Se non lo faceva
si pensava che l’anima del defunto si sarebbe potuta perdere
nell’aldilà e tornare a vendicarsi sulla famiglia irrispettosa.

La religione mesopotamica credeva che i
familiari defunti fossero bloccati nella morte, in una dimensione
dove non invecchiavano. Le offerte più diffuse prevedevano venissero
serviti loro cereali arrostiti e birra prodotta con cereali cotti.
Quella delle offerte di cibo e degli snack con i cereali è una
tradizione molto antica che prosegue ancora oggi. Sugli scaffali dei
supermercati troviamo snack con cereali di ogni forma e colore e in
India, sulle rive del gange si trovano ogni giorno persone che
offrono cibo agli spiriti dei defunti.

Questa antica tavoletta faceva parte della biblioteca di un sacerdote esorcista, le immagini sono invisibili a occhio nudo ma appaiono solo se illuminate direttamente.  Rappresenta un fantasma che viene trascinato nel mondo dei morti. 

Ma torniamo a noi. Di solito uno
spirito che riceve regolarmente offerte non ritorna a disturbare i
vivi. Lo stato di chi moriva era una sorta di ibernazione durante la
quale disturbare i vivi era semplicemente impossibile. Se sepolti
correttamente i fantasmi restavano in uno stato di dormienza che
continuava fintanto che la famiglia avesse continuato a fare le
offerte rituali nel modo corretto. 

Alcune testimonianze ci raccontano
che i vivi e i morti potevano comunicare nel sonno, la relazione tra
il sonno e la morte era tanto profonda che sono stati trovati
incantamenti per invocare l’aiuto dei fantasmi per addormentarsi. Ai
bambini deceduti che erano senza pace venivano cantate canzoni e
incantesimi per calmarli e mandarli a dormire. Ai fantasmi dei
bambini inoltre non era permesso di svolazzare in giro come i
fantasmi più anziani, così esistevano invocazioni che permettevano
di spedire questi spiriti in un lungo e riposante sonno. Simili
invocazioni erano utilizzate anche per cacciare i demoni e
prosciugare le energie di fantasmi maligni.

Fantasma o demone è sempre bene chiamare un esorcista. 

Il reame del non ritorno o Erkala era
il posto dove tutti gli abitanti defunti della Mesopotamia erano
allocati dopo la morte. Quegli spiriti che cercavano di fuggire per
tornare a vivere erano severamente puniti. Il dio del sole Shamash
puniva i fantasmi che fuggivano, prendeva le loro offerte e le
distribuiva alle anime dei dimenticati. La società mesopotamica era
molto diversificata ed esistevano diverse interpretazioni
dell’aldilà.

Una opera importante da questo punto di
vista è l’Epopea di Gilgamesh che apre uno scorcio sul
folklore mesopotamico. Il re Gilgamesh privato dalla morte della
compagnia del suo migliore amico Enkidu parte alla ricerca della
pianta che dona l’immortalità. Fallisce nell’impresa e accetta il
suo destino di uomo mortale. Dopo la morte Gilgamesh era felice di
poter stare con lo spirito del suo amico ma si accorge che molti spiriti di defunti soffrivano ed erano in agonia perché erano stati dimenticati da
tutti. Per non causare questa sofferenza, nasce l’usanza mesopotamica di seppellire i defunti in
casa.

Gilgamesh

Un’altra credenza era quella che i
bambini appena nati avessero un aldilà migliore di quello degli
adulti. Potevano giocare quanto volevano, avevano tavoli fatti d’oro
con miele e burro sempre a disposizione.

Fino ad ora quindi abbiamo visto che i
defunti avrebbero dovuto dormire o aggirarsi nell’aldilà facendosi
gli affari propri. Purtroppo però gli incidenti potevano capitare e
un defunto poteva ritornare per varie ragioni. Ad esempio i suoi
diritti di sepoltura erano violati o era avvenuto qualcosa di
sbagliato al momento della morte o le offerte non venivano presentate
regolarmente. Se il loro aldilà era disturbato causavano caos e
torturavano i vivi. A questo punto vi apro una piccola parentesi, lo
sapete che le leggende sui vampiri che ancora oggi sono vive in molte
comunità dell’Europa dell’est derivano proprio da queste antiche
tradizioni preistoriche. Ma ci torneremo con un altro articolo.

Fantasma o demone magari alcuni preferiranno l’esorciccio.

Ereshkigal, la regina dei morti che
presiede sull’aldilà può dare agli spiriti permessi speciali per
tornare sula terra. Ella aveva la responsabilità di tenere separati
i vivi e i morti. I Gheedeen erano coloro che tornavano dalla morte.
Si riteneva che questi potessero viaggiare avanti e indietro dal
reame dei morti e tormentavano i vivi. Comunque sia di sicuro chi
aveva subito una morte ingiusta sarebbe tornato a tormentare i
colpevoli. Mentre chi fuggiva dall’aldilà era riacchiappato, punito
e rispedito nella posizione che gli spettava tra i morti. Anche oggi
nella religione indù, la mitologia presenta diversi aspetti che
ricordano l’antica visione mesopotamica.

Se l’avesse sepolto per bene magari non tornava.

Come facevano gli antichi a sapere che
un fantasma era vicino a loro?

Molti vedevano nella malattia un
indicatore della presenza di fantasmi. Come se la malattia non fosse
sufficiente a fare stare male una persona si credeva che quella
persona volontariamente o meno avesse commesso degli errori e ora un
fantasma la stava punendo infliggendo sofferenze fisiche. Comunque
esisteva la possibilità di invocare i fantasmi degli antenati della
famiglia per essere aiutati. Oggi in india questa credenza è ancora
viva.

La maggioranza degli antichi
mesopotamici desiderava solo scacciare i fantasmi fastidiosi e
mantenere tranquilli quelli che dormivano. Pochi altri credevano che
riuscire a contattare i fantasmi potesse portare benefici, erano
convinti delle potenzialità del soprannaturale nonostante sapessero
benissimo di correre elevati rischi. Esistevano quindi sacerdoti
esorcisti e necromanti.

La pratica della necromanzia, la
comunicazione con i morti, era diffusa tra gli antichi mesopotamici.
I rituali dovevano essere eseguiti alla lettera da persone esperte
perché avrebbero messo il praticante in una situazione precaria. Una
tavoletta cuneiforme ritrovata dagli archeologi conteneva un
incantesimo per invocare i fantasmi insieme ad una ricetta per un
unguento da spalmarsi sugli occhi insieme ad avvertimenti e
istruzioni dettagliate per eseguire correttamente il rituale.

Gli antichi sacerdoti esorcisti possono essere paragonati ai moderni Gostbusters, in caso di infestazione arrivavano loro.

La massima aspirazione per un defunto
era la pace dell’aldilà. Una vita turbolenta aggirandosi tra i vivi
era considerata una punizione. Questo accadeva quando gli dei si
dimenticavano dello spirito o quando la famiglia non eseguiva i
propri sacrifici per i morti.

In accordo con la tavoletta di cui vi
ho raccontato all’inizio gli antichi mesopotamici credevano in molti
fantasmi, e riporta una lista degli spiriti più invocati in caso di
necessità. Qualsiasi incidente poteva creare un fantasma e il
fantasma poteva occasionalmente trasformarsi in uno spirito vagante
come atto di vendetta verso chi gli aveva fatto un torto e se questo
valesse ancora oggi credo che di spiriti vaganti sarebbe pieno in
giro.

Tavoletta rappresentante le divinità con i loro simboli

Diverso è il discorso per quanto
riguarda i demoni. 

Le radici della moderna demonologia affondano
nella mitologia mesopotamica. I demoni erano creature totalmente
diverse dai fantasmi, con delle sembianze animali mostruose e
anch’essi potevano entrare nelle case dei vivi per tormentarli. 

Per
liberarsi di loro venivano commissionati amuleti in metallo o di
ossidiana con incisi incantesimi che potevano essere indossati o
appesi in casa come protezione. Nel caso tutto questo non servisse si
acquistavano delle statuette con le sembianze del demone per
spaventarlo e mandarlo via. Se anche questo non serviva esistevano i
sacerdoti esorcisti che entravano in casa e recitavano una lunga
fila di nomi demoniaci finché non trovava il nome del demone e
riuscivano a mandarlo via. Forse non sapete che nel film L’esorcista la bambina è posseduta dal demone Pazuzu che compare anche in altri film e documentari sui fantasmi presentato come il re dei demoni che tormentano i vivi. Nel film la bambina sarebbe stata posseduta a causa di una statuetta in metallo raffigurante il demone. In realtà Pazuzu era un entità demoniaca che assicurava assoluta protezione  contro qualunque altro demone e tenerne in casa una immagine assicurava una ottima protezione contro le visite di demoni e fantasmi.

Rappresentazione di Pazuzu 

Un’altra curiosità, forse non sapete che
la lingua che veniva utilizzata per trascrivere gli incantesimi non era quella
‘ufficiale’ ma viene chiamata dagli studiosi ‘mumbo jumbo’ per via
dei suoni che produce quando la si pronuncia. Sono in molti a collegare quelle liste di nomi in
mumbo jumbo alla Chiave di re Salomone, un famoso testo
esoterico la cui versione originale è andata perduta. La leggenda
narra che gli incantesimi siano stati scritti da re Salomone in
persona e forse non sono molto lontani dalla realtà. Le versioni
odierne del libro però sono tutte rimaneggiate e riscritte, e oggi è impossibile risalire ad una prima versione originale.

Spero che l’articolo di oggi vi sia
piaciuto.

Buona lettura e alla prossima.

Alice Tonini