Pessimismo e Desiderio in Jude l’Oscuro

Bentrovati lettori del mistero e dell’ignoto, oggi porto alla vostra attenzione un’opera di Thomas Hardy intitolata Jude l’Oscuro. L’autore è molto conosciuto per la sua impronta romantica ma allo stesso tempo realista. Nato in Inghilterra, nel Dorset, da una famiglia di modeste origini si dedicò dapprima all’architettura per poi abbandonarla per la letteratura. La sua vita non presenta eventi degni di un qualche rilievo ma la sua arte letteraria intrisa di valori vittoriani ma anche moderni e novecenteschi ci mostra il contrasto tra la vita ideale che ognuno di noi desidera e la vita squallida che siamo destinati ad avere. In tutto ciò Jude l’Oscuro è la sua ultima opera e raggiunge l’apice del pessimismo.

Desiderio, questa è la singola parola che può riassumere il romanzo di cui parliamo oggi, pubblicato per la prima volta nel 1895.

Jude Fawley, figlio di una famiglia di contadini, è uno strano miscuglio di intelligenza, ambizione e piacevolezza. La sua prima sentita richiesta alla sua famiglia è per poter ricevere una educazione universitaria. Sa benissimo che il primo passo per raggiungere il suo obiettivo è l’apprendimento del latino e del greco. Nonostante la sua famiglia non navighi nell’oro, si impegna a lavorare nella panetteria della prozia e riesce a procurarsi i testi necessari. Il problema successivo è il tempo che impiega per infilare tutta questa conoscenza nella sua mente. Nonostante a volte si comporti in modo puerile si dimostra un multitasker precoce studiando latino mentre lavora al forno.

Nella sua testa adolescenziale fa capolino la religione che rimane per lui solamente una visionaria speranza, qualcosa di approssimativo, vicino ad una nuova Gerusalemme. Ed entra anche Arabella e la consapevolezza sessuale. L’ arrivo di questa figlia di Eva è pesantemente impregnato di simbolismo. Nella prima edizione lei, descritta come attraente, grezza e superficiale, viene caratterizzata come sempre pronta a soddisfare i suoi desideri. Cotanto realismo all’epoca causò oltraggio e non pochi problemi all’autore che nelle edizioni più tarde si trova costretto a moderare le descrizioni dell’artiglieria del protagonista. Inalterata rimane la parte che riguarda la capacità creatrice della donna che spiega a Jude che è “naturale per una donna portare cose vive nel mondo”. Loro sono amanti e quando lei resta incinta Jude la sposa in modo onorabile.

La fine dei suoi sogni? No, visto che per capriccio Arabella scompare di scena presto, e dopo un paio di anni di matrimonio partirà per nuove conquiste in Australia. Jude rinnova la sua appartenenza alla conoscenza trasferendosi a Christminister, dove ha sede l’università ma rimarrà sempre un outsider. Scriverà lettere toccanti per chiedere consigli ma riceverà solo inviti a rimanere in silenzio oppure a “rimanere nella sua stessa sfera sociale.” Aprirà una bottega artigiana e una notte, frustrato, utilizza lo scalpello per inscrivere una frase tratta dal libro del lavoro sul cancello del college “I have understanding as well as you; I am not inferior to you.” Noi ci identifichiamo con lui e non possiamo non simpatizzare con questo blando atto di vandalismo.

Compare nella sua vita Sue Bridehead, cugina attraente e neurotica intellettuale, può essere la donna perfetta per lui? Tu lettore del mistero e io possiamo immaginare la risposta, ma le orecchie di Jude sono sorde al nostro «Non penso proprio». Quando la loro consapevolezza di essere due esseri estranei che vogliono sposarsi li mette davanti ai loro precedenti matrimonio falliti vanno entrambi in crisi. Infatti, come Jude, Sue è stata sposata ma ha lasciato il marito. Durante la relazione con Jude diventa ossessionata dal divorzio e dalle lettere dell’avvocato, che per Jude non significano assolutamente nulla ma le trova solo poco cordiali e spontanee. nulla ma solo che sono più avanti nei tempi in vedere la legalità come uno snuffer out di cordialità e spontaneità. Non si sposano e passano gli anni. Arrivano i bambini, due dalla loro unione e uno spedito da Arabella direttamente dall’ Australia.

Purtroppo un oscuro destino attende questa famiglia proto-bohemiana. Posso dirvi solo che alla fine Jude pronuncierà un sentito elogio funebre, e sembrerà felice.

La risposta dei moralistici vittoriani all’opera fu parecchio dura e Hardy fece giuramento di rinunciare alla novella che aveva scritto dicendo:«Un uomo deve essere uno stupido per rimanere deliberatamente in piedi mentre gli sparano.» A quanto pare ebbe dei ripensamenti…Comunque sia se vi piace il pessimismo di questa storia vorrete leggerne altre dello stesso autore. Un consiglio, potete iniziare con Tess degli d’Urbevilles ugualmente cupo e affascinante. Vi segnalo poi la recente biografia di Hardy scritta da Claire Tomalin: è davvero eccellente.

Anche per oggi vi saluto lettori! Ci rileggiamo presto, nel frattempo vi auguro come al solito una buona lettura.

Alice Tonini

2 risposte a “Pessimismo e Desiderio in Jude l’Oscuro”

  1. Avatar Silvia Lo Giudice

    Ho letto Via dalla pazza folla e ne ho scritto nel mio blog. La tua ottima recensione e il film che Polanski ha tratto da Tess d’Auberville, mi hanno convinta a rimanere al Thomas Hardy solare di Via dalla pazza folla. Buona serata.

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  2. Avatar Giganti della Letteratura: Dialoghi tra Sogni ed Illusioni | Alice Tonini

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