Dalla sabbia di Arrakis all'elio3 sulla luna: esploriamo le miniere della fantascienza

 Ecco che ritorna la rubrica dello sci-fy Inchiostro verde fluorescente per occuparsi di temi della fantascienza. Stavolta strapazziamo qualche autore che ha deciso di inserire nella sua opera la mineralogia e il lavoro nelle miniere a volte in modo credibile altre molto meno e vediamo come saperne di più divertendoci per valutare la qualità di quello che stiamo leggendo. Perché c’è romanzo e romanzo e noi vogliamo leggere storie sensate.

Quest’anno mi è capitato tra le mani il libro La quinta stagione di N.K Jemisin che tratta di fantascienza-fantasy e ipotizza che in un futuro lontano l’umanità svilupperà la capacità di controllare “la terra” e che andremo verso l’apocalisse, per farvela breve. Il tema trattato nel libro è un mix mineralogico tra gemmologia, geologia, vulcanologia e roba totalmente inventata. Le conoscenze mineralogiche che l’autrice ci mostra non sono nemmeno medie da film. Da semplice appassionata di mineralogia posso sostenere di saperne molto più di lei. Alcuni mi risponderanno che l’autrice voleva parlare di problemi sociali e non di mineralogia, e io rispondo che allora avrebbe fatto bene ad evitare di dare così tanta rilevanza a un tema di cui non aveva conoscenze o forse le aveva ma non ha saputo creare un mondo coerente per la sua storia. E allora mi si risponderà che non si tratta proprio di sci-fy ma è più un fantasy, e io rispondo che non conta il genere ma noi vogliamo leggere opere credibili e il fantasy non fa eccezione. Anche La figlia del drago di ferro parla di minerali e di sostanze alchemiche ed è credibile. Vediamo anche i prossimi esempi. 

Una fotografia fatta da me all’interno del museo della miniera di Pezzase (BS).

Trattiamo di un’opera di cui ho già parlato nel sito: Luna Nuova di Ian McDonald che crea un intero impero economico basato sull’estrazione mineraria sulla luna. Un ambientazione credibile, basata su conoscenze di economia e mineralogia. Un futuro probabilistico ma molto realistico, la storia e i personaggi possono piacervi o meno ma il mondo è costruito con particolare attenzione proprio a partire dall’estrazione mineraria dell’elio3 sulla luna che arricchisce un gruppo ristretto di persone, che non ha intenzione di lasciare ad altri la propria fetta. Vengono mostrati i macchinari utilizzati per l’estrazione, vengono mostrate le problematiche tecniche legate al lavoro in un ambiente con una gravità diversa da quella terrestre e la divisione del lavoro tra tecnici specialisti e miseri operai. L’autore ha ipotizzato un mondo di cui affronta anche i possibili problemi sociali legati ad un modello economico totalmente liberista dove si paga anche l’aria da respirare e chi non ha i soldi può morire intossicato dalla propria anidride carbonica e beve la propria urina riciclata nelle tute spaziali. Potrebbe succedere? Sappiamo benissimo che c’è gente che non aspetta altro che farci fare quella fine. E ora il prossimo.

Altro libro che parla delle conseguenze a lungo termine dell’estrazione mineraria intensiva ed esclusiva, anche se in questo caso non è un vero e proprio minerale ma una droga è Dune di Frank Herbert. Anche qui ci sarebbe moltissimo da dire ma quello che interessa in questo momento è che il sistema economico di un impero è totalmente basato sull’estrazione e sul commercio universale di Melange, ed è realistico. Vengono utilizzate macchine per estrarre la droga dal deserto e risentono delle condizioni ambientali, i lavoratori sono sfruttati e sottopagati. Certo, il Melange non esiste e neppure le BeneGesserit che praticano la selezione genetica ma nulla vieta in futuro che qualcosa del genere non venga scoperto in un qualche lontano pianeta. Molta rilevanza viene data ai problemi sociali del popolo di Arrakis costretto a nascondersi nel deserto fino al momento della ribellione, guidata dal protagonista. 

A questo punto il mio invito a voi come lettori appassionati del genere o scrittori è quello di fare sempre attenzione ai dettagli che trovate nelle storie. Ci vuole poco per capire se il libro che stiamo leggendo è credibile oppure se è i contenuti non stanno in piedi e sono frutto di una fantasia non ragionata.

Se non sapete niente di minerali e miniere basta leggervi dei buoni articoli  o un buon libro a tema per trovare qualche dettaglio utile, ma di questo parleremo nel prossimo articolo sulla scrittura. Se siete appassionati di viaggi, senza andare nel deserto o sulla luna c’è la possibilità di farvi una gita fuori porta di una mezza giornata e visitare una miniera. Si chiama turismo minerario ed è presente in tutta Italia. Io ovviamente per comodità faccio riferimento alla Lombardia anche perché quelle che ho visitato si trovano in questa regione.

L’interno della galleria principale dove non si vede nulla e la luce moderna basta appena.

In Lombardia ci sono diversi siti minerari dismessi che sono stati resi visitabili a fini conoscitivi e turistici. Ci sono percorsi all’interno delle miniere e musei da visitare che permettono di valorizzare il territorio con tutte le sue risorse e salvaguardare un patrimonio e una memoria storica che appartengono a tutti noi. Ad oggi si contano in tutta la regione otto siti aperti.

Io personalmente posso consigliarvi la visita ai siti che si trovano lungo la Via del ferro e delle miniere della Valtrompia. Fate un salto a Pezzase a vedere la miniera Marzioli e a Collio per visitare la miniera di S.Aloisio Tassara, entrambe in provincia di Brescia visitabili a pagamento. 

Le gallerie sono anguste e qui la temperatura è di 10° circa tutto l’anno

Vi parlo di questo per farvi vedere quanto poco ci voglia per raccogliere informazioni e curiosità e può anche essere divertente, mentre gli autori pigri a cui piace stare sul divano a fantasticare sono molto meno divertenti.

La miniera Marzioli di Pezzase fu aperta nel 1886 per estrarre siderite, barite ma anche fluorite, venne chiusa nel 1978 a causa della scarsa produttività e di una frana nella galleria principale. Visitare uno di questi luoghi fa entrare in un mondo diverso, sotterraneo, buio e segreto dove possiamo trovare la vita e gli oggetti di uso quotidiano di chi ci ha trascorso tutta la vita ed è poi stato dimenticato dalla storia ufficiale ma ha ancora tanto da raccontare.

Un giro in questi posti oltre che essere divertente vi darà una idea di come funzionava il sistema legato all’estrazione dei mineraria, gli attrezzi che usavano e com’era la vita dei minatori: uomini “minadur” che lavoravano nelle gallerie strette e umide al buio, ragazzi e bambini “galecc” che a partire dagli 11 anni si dovevano guadagnare da vivere e donne “taissine” che selezionavano a mano il minerale estratto e separavano quello buono dallo scarto, ma poi dovevano occuparsi anche dei lavori domestici e agricoli. 

Per privacy ho coperto il volto della guida per mostrarvi l’abbigliamento moderno di chi lavora in questi luoghi. 

Tutti i lavoratori abitavano nei paesi dei dintorni ed erano particolarmente esposti a disturbi e malattie legati al lavoro che facevano. Nei primi anni di vita della miniera di Pezzase i metodi di gestione del lavoro erano manuali rendendo il tutto pericoloso ed estremamente faticoso, solo negli anni precedenti la chiusura si sono adottate macchine che hanno semplificato l’estrazione, maschere per non respirare polveri, caschi per proteggere la testa e tappi per le orecchie. Nei primi tempi il casco era un cappello imbottito dal lavoratore con stracci e niente filtrava l’aria che veniva respirata nelle gallerie o proteggeva dai rumori.

Ogni oggetto, ogni capo di vestiario e ogni attrezzo aveva un nome specifico in dialetto bresciano locale. Mi scuso se non ho scritto le parole nel modo corretto ma non ho idea di come si scrivano gli accenti in dialetto.

Qui potete vedere il canale che attraversa tutta la miniera, nei livelli più alti l’acqua era pulita e la usavano per bere mentre dove l’acqua non era potabile la usavano per fare i bisogni.

Le squadre di uomini, consapevoli dei rischi che correvano, si inerpicavano tra i vari livelli che costituivano il sistema delle gallerie estrattive con scale traballanti e la sicurezza sul lavoro era l’ultimo dei problemi visto che venivano pagati in base a quanto materiale buono riuscivano ad estrarre. I pericoli principali riguardavano la caduta nel fornello (un camino dove veniva rovesciato il materiale raccolto in livelli superiori per conservarlo nei carrelli fino al momento di portarlo fuori), il crollo delle volte, gli allagamenti, le esplosioni (per creare nuove gallerie) e l’investimento da parte dei vagoni che trasportavano il minerale.

Il rumore assordante dei martelli ad aria compressa usati per scavare nuove gallerie rendeva impossibile parlarsi e con il tempo danneggiava l’udito. L’illuminazione con le lampade ad acetilene o “centelena” era scarsa. Gli ambienti erano bui, stretti, umidi e saturi di polveri per questo gli uomini si ammalavano di silicosi che rendeva i polmoni rigidi e incapaci di funzionare. 

Questi erano gli attrezzi da lavoro, non venivano forniti dal padrone ma ogni lavoratore aveva la sua cassetta personale.

Certo stiamo parlando di un secolo fa ma non dobbiamo dimenticare che in molte parti del mondo, come africa o asia, le condizioni di lavoro non hanno fatto grandi passi avanti. 

Se volete visitare le miniere date un’occhiata al sito internet (non vi riporto il link perché i siti sono più d’uno e cambiano) dove potrete vedere i periodi di apertura e gli orari e prenotare la vostra visita.

Campioni di roccia estratta dalle miniere ed esposti al museo.

Per potervi raccontare queste poche curiosità mi è bastata la gita fuori porta di una mattina. Se uno scrittore è interessato a inserire in un romanzo una ambientazione ispirata alle miniere e alla mineralogia ma non si informa, non visita questi luoghi, è pigro. E il risultato sarà che noi lettori avremo tra le mani un’ opera mediocre. Vi sembra forse che io abbia nominato ampie grotte sotterranee illuminate a giorno da geodi e  gemme alte metri e metri su cui si reggono interi continenti? Filoni di minerale lunghi chilometri e chilometri che collegano intere nazioni? Ok basta, non ce la posso fare.

Il mio invito quindi, che voi siate autori o lettori è quello di non essere pigri e pretendere che le opere che avete tra le mani siano credibili.

Buona lettura e alla prossima!

What if… fantascientifico: sviluppiamo idee per nuovi mondi!!

 

Avete preso nota delle vostre idee e
degli spunti che avete trovato in giro?

Ok, perfetto, oggi vediamo insieme un
esempio di come un’ idea qualsiasi può essere trasformata in una
possibile storia fantascientifica. Ricordatevi però di leggere
spesso le annotazioni che avete preso. Questo vi aiuterà a trovare le parti più interessanti e a utilizzarle come punto di partenza per
le vostre storie.

Il maestro è di nuovo con noi per assicurarsi che mettiate insieme idee che abbiano un senso. 

Per il nostro esempio di annotazione
fingiamo di utilizzarne una presa nel corso di un pomeriggio qualsiasi, durante un viaggio in metropolitana, in autobus o in treno.
Potrebbe essere:

Due donne sul treno indossano lo
stesso profumo. Alcuni odori richiamano alla mente posti e persone.
Immagino qualcuno che non mi piace e indossa il profumo del mio
fidanzato. Come mi farebbe sentire? L’uomo vicino a me ha il
raffreddore. Le sue mani sono coperte di anelli d’oro e continua a
strofinarsi le dita. I suoi anelli sono grandi, forse hanno un
significato per lui? Si morde le unghie, si soffia il naso. Mi da
fastidio perchè non voglio prendermi quello che ha lui.

Una nota del genere sembra non avere
nessun senso ma con i collegamenti giusti può facilmente essere
sviluppata in un pezzo di fantascienza giocando con il famoso What
if…?
.

Leggendo la nota sopra potremmo
chiederci: e se il profumo fosse usato per creare artificialmente
emozioni? E se le emozioni o i ricordi potessero essere tolti dalla
memoria umana e archiviati in oggetti di uso comune?

Lasciatevi guidare dai vostri pensieri
e dalle vostre idee.

Scrivete i punti che secondo voi sono
più importanti, le idee e i collegamenti che più vi entusiasmano ed
espandeteli con maggiori dettagli esplorando tutte le direzioni che
ritenete più originali, in fondo sarete gli unici a leggere queste
note, non devono essere perfette e ordinate. Sperimentate, seguite
anche le direzioni più assurde e vedete dove vi portano. Tenetevi
strette quelle più strane, non importa quanto possano essere
oltraggiose o diverse. Se sentite che una scena si sta sviluppando o
se l’immaginazione va in una specifica direzione seguitela!

Accumulate le idee e le annotazioni e
create un archivio.

Le piccole note, i brevi lampi di un
momento, solitamente portano le idee migliori.

Continuiamo con il nostro esempio. La nota sulla memoria umana archiviata
negli oggetti può essere sviluppata in molti modi. Si può
costruire una storia breve riguardo un nuovo tipo di oggetto/composto
bio-metallico dove si immagazzinano i ricordi delle persone. Con un
metallo del genere potrebbero essere fatte le fedi del matrimonio per
condividere i ricordi, con tutte le conseguenze del caso. Oppure
potremmo mostrare lo sviluppo segreto di questa tecnologia da parte
di uno scienziato pazzo che la utilizzerà per vendetta o per
arricchirsi Forse quest’uomo vendendo gli anelli da lui creati ruba
la memoria delle persone.

Io ho messo anelli d’oro ma possono essere di qualsiasi colore. 

Quest’idea da sola ovviamente non
basta, dobbiamo portarla oltre con altri collegamenti. Ad esempio se
l’oggetto può immagazzinare i ricordi, le persone potrebbero essere
disposte a venderli? Oppure le persone potrebbero diventare
dipendenti dal passato? Ci potrebbe essere un mercato nero per i
gioielli della memoria? Le persone potrebbero confondere il proprio
passato con quello di qualcun altro?

Inoltre non possiamo evitare di
affrontare problemi come da dove viene il bio-metallo e di come
possiamo inserire la memoria dentro, come possiamo controllare il
processo?

Ricordiamoci che stiamo creando una
intera nuova realtà, un mondo immaginario che sarà abitato da
persone, dove ci sarà una economia una religione e uno stile di
vita. Il luogo dovrà essere perfetto per ambientare la nostra
storia.

Osservate il mondo e immaginate quanto
poco possa bastare per renderlo diverso, in questo modo creerete e
svilupperete idee valide non solo per la fantascienza ma anche per il
fantasy.

Che il vostro sia un mondo futuro, un
pianeta alieno o una realtà alternativa con draghi e nani, scoverete
più dettagli di quanti possiate usare in una storia sola. Questo è
bene perché le vostre annotazioni non andranno buttate via ma
potranno essere archiviate per uno sviluppo futuro in altre storie.

Se siete consapevoli di tutti i
dettagli dell’ambientazione e ne avete il controllo la sensazione che
ne trarranno i lettori sarà quella di una maggiore realismo.

E ora via libera alla vostra
immaginazione e a tutti i collegamenti che possono venirvi in mente.

Buona lettura e alla prossima.