Carrie, scopri con me le radici del male

Benvenuto lettore dell’ignoto, ci siamo!
Finalmente è arrivata una delle mie feste preferite: Halloween!!!

Voglio assolutamente cogliere l’occasione per intrattenerti con un buon libro, di uno dei generi che preferisco in assoluto: l’horror.
Per darti garanzia di una buona lettura direi che per questa volta ci rivolgiamo al re indiscusso del genere : Stephen King.

Per festeggiare al meglio questo Halloween ho deciso di risalire le radici del male con il primo libro pubblicato dall’autore nel lontano 1974 dalla Doubleday.

Stiamo ovviamente parlando di Carrie, che venne ripescato dall’immondizia dalla moglie di Stephen King, il quale in preda a una crisi di sconforto se ne era liberato.

Di sicuro ne hai sentito parlare e merita di essere letto almeno una volta  (nel mio caso l’avrò letto almeno 10 volte).

Una rinfrescata alla trama. Nella piccola cittadina di Chamberlain, nel Maine, vive Carrie una ragazza sola e bullizzata ogni giorno dai suoi compagni di scuola. Viene maltrattata anche dalla madre, una fanatica religiosa disturbata e sadica.
Un giorno dopo uno scherzo particolarmente malvagio il suo potere nascosto si scatena in tutta la sua potenza, punendo ogni colpevole.

Dal libro sono stati tratti un musical (scadente) e diversi film che hanno riscosso un notevole successo. Vi consiglio soprattutto il primo, del 1976 di Brian De Palma. Elegante e hitchcockiano, con due candidature agli Oscar sono certa non ti deluderà.

Che altro si può dire di un romanzo che in un anno ha raggiunto le quindicimila copie vendute ed in edizione tascabile addirittura i due milioni di copie.
Certamente è una piccola  perla nera della letteratura horror, se non l’hai ancora letto dacci un’occhiata e fammi sapere cosa ne peni. Forse preferisci la versione cinematografica a quella cartacea.

Ti lascio con una citazione dell’autore e ti auguro buona lettura!
“Per secoli i saggi hanno ripetuto che il tempo guarisce tutte le ferite ma le ferite di questa piccola città del Maine potrebbero essere mortali.”

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